L’Aquila, spy-cam negli appartamenti: la Procura chiede i domiciliari per il proprietario

5 Novembre 2025
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Una microcamera nascosta tra le pareti di un appartamento. L’immagine richiama l’inchiesta della Procura dell’Aquila sulle spy-cam installate negli alloggi per studenti

La Procura contesta i reati di interferenza nella vita privata e diffusione illecita di immagini. Le telecamere sarebbero state installate nei bagni e nelle camere da letto di almeno dodici appartamenti. Richiesta di domiciliari motivata dal pericolo di inquinamento delle prove

L’AQUILA – Arresti domiciliari per il 56enne aquilano accusato di aver installato microcamere negli appartamenti affittati a studenti e allievi della Scuola ispettori e sovrintendenti della Guardia di Finanza.

La Procura dell’Aquila ha chiesto la misura cautelare, ritenendo i domiciliari necessari per evitare un possibile inquinamento delle prove. L’interrogatorio di garanzia è stato fissato per martedì 11 novembre alle 9.30 davanti al giudice per le indagini preliminari Giuseppe Colangeli, che dovrà decidere sulla richiesta.

All’uomo vengono contestati due reati: interferenza illecita nella vita privata, per l’installazione di dispositivi di ripresa in ambienti domestici, e diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, ipotesi aggiunta in un secondo momento in relazione alla possibile circolazione dei filmati registrati.

Secondo le indagini, le telecamere sarebbero state nascoste in bagno e in camera da letto e collegate via wifi a un cellulare, permettendo la visione in diretta delle immagini. Gli appartamenti coinvolti sarebbero almeno dodici, tutti situati nello stesso condominio.

Prosegue intanto l’analisi dei dispositivi sequestrati. Il consulente tecnico della Procura, Fabio Biasini, sta esaminando computer, telefoni e supporti digitali per accertare quantità, destinazione e modalità di conservazione delle immagini. Solo al termine della perizia sarà possibile definire con precisione l’estensione delle violazioni contestate.

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