Trivelle in Adriatico, M5S e PD chiedono a Marsilio di difendere l’Abruzzo e puntare sulle rinnovabili 

5 Novembre 2025
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Trivelle, M5S e PD contro Marsilio e Governo centrale

Dieci richieste di estrazione sul tavolo del Ministero dell’Ambiente riaccendono il dibattito. I 5 Stelle: “Un affare per pochi, un danno per tutti”. Il PD: “L’Abruzzo scelga il futuro, non il passato”

L’AQUILA – Il ritorno delle trivelle lungo le coste abruzzesi e nell’entroterra riaccende lo scontro politico in regione. Con dieci nuove richieste di estrazione attualmente al vaglio del Ministero dell’Ambiente, il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico lanciano un attacco frontale alla Giunta Marsilio e al Governo nazionale, accusati di voler riportare l’Abruzzo indietro nel tempo, puntando sui combustibili fossili anziché sulle energie rinnovabili.

“In Abruzzo, con la destra al potere, l’energia rischia di tornare ad essere un affare per pochi e un danno per tutti”, denunciano il capogruppo M5S Francesco Taglieri e la consigliera regionale Erika Alessandrini. “La nostra regione si trova di nuovo sotto attacco da parte di chi la vede come un territorio da spolpare e non come un bene da tutelare e valorizzare. Se Marsilio non ha intenzione di difendere il territorio abruzzese, noi non abbiamo intenzione di far passare questo ennesimo scempio nel silenzio.”

Secondo i 5 Stelle, le trivellazioni non hanno alcuna giustificazione economica né ambientale: “I dati parlano chiaro: la disponibilità certa di gas nel sottosuolo del Centro Italia è pari all’1% delle riserve nazionali, mentre il consumo italiano nel 2024 è stato di 61,8 miliardi di metri cubi. In Abruzzo si estrarrebbe l’equivalente di una goccia nel mare, ma con danni enormi per il territorio.” E incalzano: “Il centrodestra non vada contro la volontà popolare, difenda l’Abruzzo da questo pericolo e pensi a incentivare le Comunità Energetiche Rinnovabili fatte da cittadini, piccole imprese e amministrazioni comunali.”

Anche il Partito Democratico si schiera contro le nuove trivellazioni. “È una scelta anacronistica, che non risolverà il problema energetico né dell’Abruzzo né del Paese”, dichiarano il segretario regionale Daniele Marinelli e Antonio Di Santo, delegato all’Ambiente. “Tornare a puntare sui combustibili fossili significa scegliere il passato, non il futuro, mentre il mondo va tutto da un’altra parte.”

Il PD propone un modello alternativo fondato sulla transizione ecologica e sulla valorizzazione delle comunità energetiche locali. “Esperienze virtuose come quelle dell’Emilia-Romagna dimostrano che tutto questo è possibile: ex cave trasformate in poli fotovoltaici, progetti di autoconsumo collettivo, economia verde diffusa. È in questa direzione che l’Abruzzo può e deve essere protagonista.”

Mentre l’Europa punta a ridurre del 90% le emissioni entro il 2040, l’opposizione abruzzese accusa il Governo di muoversi nella direzione opposta. “Depauperare il nostro patrimonio naturale significa andare contro i principi dell’Agenda 2030”, concludono Marinelli e Di Santo. “Lavoriamo per un Abruzzo che scelga l’energia pulita di cui è ricco, l’unica capace di realizzare, insieme, giustizia sociale e tutela del paesaggio. Non le trivelle, ma il futuro.” 

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