L’Aquila, il Pd chiede chiarezza sul mega appalto da 150 milioni per l’efficientamento energetico: “Dubbi sulle procedure”

30 Ottobre 2025
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Esponenti del Partito democratico durante una conferenza stampa

Il Pd dell’Aquila solleva dubbi sulla procedura del maxi appalto da 150 milioni per l’efficientamento energetico, ritenuta “senza reale competizione tra imprese” e caratterizzata da una gestione che giudica “poco chiara”

L’AQUILA – Il Partito Democratico dell’Aquila solleva pesanti dubbi sulla gestione del progetto di efficientamento energetico e riqualificazione della rete di illuminazione pubblica del Comune, del valore complessivo di oltre 150 milioni di euro e affidato tramite partenariato pubblico-privato al raggruppamento temporaneo di imprese costituito da Teckal (società del gruppo Rekeep), Edison Next, Spee e Ve.Ba.

“È notizia di ieri: il Comune dell’Aquila e il raggruppamento di imprese costituito da Teckal (società del Gruppo Rekeep), Edison Next, Spee e Ve.Ba hanno annunciato l’avvio del progetto di efficientamento energetico e riqualificazione della rete di illuminazione pubblica cittadina, degli edifici di proprietà comunale e degli immobili facenti parte del progetto Case. Parliamo di un investimento di oltre 150 milioni di euro, in partenariato pubblico-privato, per un contratto che avrà durata di 15 anni”, si legge in una nota firmata dal segretario Nello Avellani e dai consiglieri comunali Stefano Albano, Stefania Pezzopane e Stefano Palumbo.

Il sindaco Pierluigi Biondi aveva definito l’accordo “una svolta epocale per la nostra città”, sottolineando come “con questo partenariato pubblico-privato viene messo a sistema un modello integrato di gestione dell’energia”. Ma per il Pd resta aperta una questione centrale: “C’è davvero l’interesse generale al centro di questo mega appalto?”.

“Ci permettiamo di sollevare più di una perplessità – proseguon gli esponenti del Pd – sulla gestione dell’intervento. Già alla fine del gennaio 2023 – spiegano – avevamo convinto tutti a un passo indietro rispetto alla volontà di approvare, in Prima commissione, la delibera sul mega appalto, denunciando la leggerezza con cui il centrodestra aveva provato a liquidare un provvedimento così delicato”.

Secondo i consiglieri dem, la procedura di gara si sarebbe svolta in due fasi ma con un difetto di fondo: “Il provvedimento portato all’attenzione dei commissari avrebbe dovuto individuare la proposta da porre a base di gara nella seconda fase della procedura di partenariato pubblico-privato; in Commissione avevamo evidenziato come non si potesse ritenere una semplice fase preparatoria la manifestazione d’interesse con cui erano state raccolte le proposte di otto imprese, chiarendo che al contrario andava considerata parte integrale e sostanziale della seconda, se è vero che la ditta selezionata dal gruppo di valutazione avrebbe potuto far valere il diritto di prelazione a parità di offerte con altre concorrenti”.

“Due anni e mezzo dopo – si legge ancora nella nota – la storia ci ha dato ragione : delle otto proposte progettuali pervenute nella prima fase, ne è stata selezionata una ritenuta la migliore, poi messa a bando per la seconda fase, quella di individuazione effettiva della ditta. Considerato che chi si aggiudicava la prima fase acquisiva il diritto di prelazione, alla seconda ha partecipato un solo soggetto, il raggruppamento temporaneo di imprese individuato inizialmente con un’istruttoria che consideriamo assolutamente non adeguata al gigantesco importo previsto”.

Il Pd denuncia che, di fatto, “il Comune dell’Aquila ha affidato il più grande appalto pubblico del post-terremoto con una procedura che non ha prodotto alcuna reale competizione tra le imprese, e dunque nessuna offerta migliorativa”.

Il gruppo di opposizione ricorda inoltre che “una delle imprese partecipanti alla prima fase aveva presentato ricorso, sostenendo che la propria offerta fosse decisamente più vantaggiosa per il Comune, con oltre 10 milioni in meno di canone per l’Ente e oltre 10 milioni in più di investimenti rispetto alla proposta selezionata. Stranamente però la commissione di gara non ne ha tenuto conto”.

“Sull’intera procedura – conclude la nota – chiederemo di fare piena chiarezza”.

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