Maxisequestro di rifiuti tessili nel Chietino: oltre 230 tonnellate di abiti usati stoccate illecitamente

30 Ottobre 2025
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Scoperta un’enorme discarica abusiva in un capannone industriale. Indagini partite dai cassonetti, sanzionata un’azienda del Bolognese che operava senza autorizzazioni

VASTO – Un’indagine meticolosa, iniziata con semplici accertamenti sui cassonetti per la raccolta degli abiti usati, ha svelato un imponente stoccaggio illecito di rifiuti tessili in una vasta area industriale del basso Chietino. L’operazione, condotta dai Carabinieri Forestali di Villa Santa Maria con il supporto decisivo del Nipaaf di Chieti e del Nucleo Forestale di Vasto, ha portato al sequestro di oltre 230 tonnellate di indumenti, ammassati in due capannoni e nel piazzale esterno.


Al centro dell’inchiesta si trova una società con sede legale nel Bolognese ma operativa nel Vastese, incaricata della raccolta di abiti usati per conto di diversi comuni abruzzesi. Secondo quanto accertato dai militari, l’azienda operava in assenza delle autorizzazioni necessarie per lo stoccaggio dei rifiuti tessili. Le irregolarità riscontrate all’interno dello stabilimento sono risultate gravi e plurime. Nel primo capannone, i Carabinieri hanno trovato un’area adibita alla lavorazione dei metalli – con macchinari per saldatura, verniciatura e taglio laser – tutti sprovvisti delle indispensabili autorizzazioni alle emissioni in atmosfera. Questi impianti sono stati immediatamente posti sotto sequestro preventivo per impedirne l’ulteriore utilizzo.

La scoperta più eclatante si è manifestata nel secondo capannone: qui, su oltre 300 metri quadrati, erano accatastati sacchi e “big bags” ricolmi di indumenti, per un volume stimato in più di 1.100 metri cubi. Non solo: il piazzale esterno conteneva circa 15 tra cassoni e rimorchi a loro volta colmi di rifiuti tessili, per un peso stimato di circa 55 tonnellate.

Il bilancio totale dell’operazione parla di oltre 230 tonnellate di abiti usati stoccati in violazione di ogni norma ambientale. L’intera area è stata sottoposta a sequestro probatorio per preservare il corpo del reato. Nonostante la gravità delle violazioni accertate, i controlli hanno escluso l’esistenza di danni o pericoli ambientali immediati. Alla società è stata comminata una sanzione amministrativa di 10mila euro e sono state imposte precise prescrizioni per la rimozione e il corretto smaltimento di tutti i materiali stoccati illecitamente.

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