Credito bancario, la ripresa è selettiva: in Abruzzo cresce solo a Chieti  

28 Ottobre 2025
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Credito bancario alle imprese, in Abruzzo cresce solo su Chieti

Secondo lo studio CGIA di Mestre, il credito alle imprese torna a salire in Italia dopo 28 mesi di calo. Ma le piccole aziende restano escluse e il Mezzogiorno mostra segnali preoccupanti. Copersini (Fisac Cgil): “La politica è assente, le banche abbandonano i territori”

L’AQUILA – Dopo oltre due anni di contrazione, il credito bancario alle imprese italiane registra una timida ripresa. Lo certifica uno studio dell’Ufficio Studi della CGIA di Mestre, basato su dati della Banca d’Italia, che segnala un incremento di 5,5 miliardi di euro nei primi sette mesi del 2025, pari a un +0,9% sul totale nazionale. Ma dietro il dato aggregato si nasconde una realtà frammentata, dove le piccole imprese continuano a soffrire e le regioni del Mezzogiorno, Molise in testa, restano indietro.

“La crescita riguarda esclusivamente le attività con più di 20 addetti, per le quali la variazione è stata positiva e pari all’1,5% (+8,2 miliardi). Per le aziende più piccole si registra invece un ulteriore calo del 2,8% (-2,7 miliardi)”, si legge nel report. Un dato allarmante, considerando che le microimprese rappresentano il 98% del tessuto produttivo italiano e impiegano il 55% dei lavoratori del settore privato.

A pesare, secondo la CGIA, è il progressivo disimpegno delle banche dai territori, frutto delle aggregazioni bancarie e della riduzione dei margini operativi. “Assistere le piccole imprese comporta una presenza concreta sul territorio e margini di guadagno ridotti”, si sottolinea nello studio.

Il Molise è fanalino di coda: la regione registra un calo del credito pari al 2,1%, aggravando una situazione già critica. In Abruzzo, il dato regionale appare più incoraggiante, ma è frutto di una media che nasconde forti disparità. Chieti è l’unica provincia con un andamento nettamente positivo (+5,8%), mentre Pescara si ferma a un modesto +0,2%. Teramo (-0,4%) e L’Aquila (-0,2%) continuano a perdere terreno, soprattutto nel segmento delle piccole imprese.

“Ancora una volta segnaliamo l’assenza della politica – denuncia Luca Copersini, segretario regionale Fisac Cgil Abruzzo Molise – che pure avrebbe l’obbligo costituzionale di disciplinare e controllare l’esercizio del credito bancario, ma che evidentemente con le banche si confronta solo per chiedere il permesso di applicare nuove tasse, prima sbandierate ai quattro venti e poi sistematicamente abortite.”

Il quadro che emerge è quello di una ripresa a due velocità, dove le grandi imprese tornano a respirare, mentre le piccole restano ai margini. E dove il divario territoriale rischia di accentuarsi, in assenza di una strategia politica capace di riequilibrare l’accesso al credito e sostenere la vitalità economica delle aree interne e meno servite.

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