Patteggiamento respinto per la morte di Andrea Prospero: per il giudice la pena è troppo bassa

23 Ottobre 2025
1 minuto di lettura
Andrea Prospero

Il gip di Perugia rigetta l’accordo a due anni e mezzo per il diciottenne romano accusato di istigazione o aiuto al suicidio. In aula la richiesta di scuse alla famiglia, che parla di “pena ridicola” e chiede verità per il figlio

PERUGIA – Il giudice per le indagini preliminari di Perugia ha rigettato la richiesta di patteggiamento presentata dal diciottenne romano accusato di istigazione o aiuto al suicidio in relazione alla morte di Andrea Prospero, il diciannovenne di Lanciano trovato senza vita lo scorso gennaio in un bed and breakfast del centro storico del capoluogo umbro.

La pena concordata tra accusa e difesa – due anni e sei mesi di lavori socialmente utili – è stata ritenuta “troppo bassa” dal gip, che ha rinviato l’udienza al 6 novembre. In aula erano presenti l’indagato con i suoi legali e i familiari di Andrea Prospero, assistiti dagli avvocati Francesco Mangano e Carlo Pacelli.

Durante l’udienza, il giovane romano ha preso la parola per chiedere “scusa” ai genitori e ai fratelli della vittima. “Ha detto di avere perso un amico, ma perderlo a queste condizioni non è da amico” ha commentato con amarezza il padre di Andrea lasciando l’aula. “Da schifo”, ha aggiunto, visibilmente scosso.

“La decisione del giudice è un primo segnale di giustizia – ha dichiarato il padre di Andrea –. La pena proposta era ridicola, non sarebbe stata accettabile. Ci aspettiamo completa giustizia per nostro figlio”.

Nel corso dell’udienza, la Procura di Perugia ha inoltre depositato un video che documenta gli ultimi momenti di vita del giovane studente abruzzese, trovato senza vita dopo aver ingerito alcuni farmaci. Il filmato, recuperato dagli inquirenti dai supporti informatici sequestrati nel corso delle indagini, era inizialmente considerato non utilizzabile, ma è stato poi ritenuto rilevante ai fini probatori.

“Un patteggiamento così lieve, per un reato tanto grave, non avrebbe avuto alcun valore riparativo né rieducativo – ha commentato l’avvocato Carlo Pacelli, legale della famiglia Prospero –. Avrebbe anzi rischiato di trasmettere un senso di impunità”.

Pacelli ha poi sottolineato “il valore del lavoro della Procura”, che attraverso il video e gli altri elementi acquisiti punta a chiarire se altre persone fossero presenti nella stanza al momento del decesso.

“Andrea poteva essere salvato – ha aggiunto l’avvocato Francesco Mangano –. Sarebbe bastato chiamare un’ambulanza. Invece il corpo è stato trovato solo sei giorni dopo. L’imputato non ha mai mostrato pietà o cordoglio, e si è persino sottratto ai domiciliari”. Il procedimento riprenderà dunque il 6 novembre.

Altro da

Non perdere