Il Comune dell’Aquila affida la redazione del Documento di indirizzo alla progettazione: un investimento da oltre 19 milioni di euro per un’opera attesa da decenni. Sindaco Biondi: “Infrastruttura strategica per turismo e sicurezza, seguiamo da tempo questo percorso”
L’AQUILA – Una nuova stagione potrebbe presto aprirsi per il Gran Sasso d’Italia. Dopo decenni di attese e dibattiti, prende ufficialmente il via il percorso che potrebbe portare alla realizzazione della cabinovia di collegamento tra le Fosse di Paganica e Monte Scindarella, un’infrastruttura destinata a cambiare il volto della montagna aquilana e della sua accessibilità.
Il Comune dell’Aquila ha infatti affidato a una società specializzata la redazione del Documento di indirizzo alla progettazione (DIP), il primo atto formale e imprescindibile per avviare la fase tecnico-amministrativa dell’opera.
“Abbiamo a disposizione oltre 19 milioni: 9 stanziati nell’ambito del programma FSC 2021-27, 3 a valere sulla legge regionale 44 del 2004 e 7,2 previsti con delibere CIPE 135 del 2012 e 49 del 2016 – spiegano il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, e l’assessore alle Opere pubbliche, Vito Colonna – Si tratta di un primo, decisivo, passo per la nascita di un’infrastruttura strategica per lo sviluppo della montagna aquilana di cui si parla da decenni”.
Il progetto della cabinovia non si limita infatti a un potenziamento dell’offerta turistica, ma punta anche a garantire un’alternativa di sicurezza in uscita dall’altopiano di Campo Imperatore, oggi servito da un’unica strada di collegamento. Un nodo critico, soprattutto nei periodi di alta affluenza turistica o in caso di emergenze.
“Conforme al Piano d’Area del Gran Sasso, l’intervento avrà riflessi significativi e positivi sul turismo e sugli sport invernali – aggiungono Biondi e Colonna – Un percorso che, come Amministrazione, seguiamo costantemente da tempo, e sul quale possiamo contare sui sempre preziosi suggerimenti del consigliere comunale con delega allo Sviluppo del Gran Sasso, Luigi Faccia”.
Nei prossimi mesi, la redazione del DIP farà da apripista agli step successivi: progettazione esecutiva, valutazioni ambientali e iter autorizzativi. Ma l’inizio del cammino – per un’opera discussa per generazioni – è già un segnale forte per il futuro del Gran Sasso.