Imprese e innovazione, Mattarella (Invitalia): “Riformare il sistema degli incentivi per renderlo più fruibile, sburocratizzato e sempre più semplice”

26 Settembre 2025
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L’Amministratore Delegato di Invitalia, Bernardo Mattarella, è intervenuto all’Abruzzo Economy Summit di Pescara

Al Summit di Pescara, l’Amministratore Delegato di Invitalia lancia un appello per una riforma strutturale del sistema degli incentivi. “L’Italia è al 28° posto nel Global Startup Index: servono politiche mirate e meccanismi più efficaci per sostenere innovazione e produttività”

PESCARA – L’Italia arranca nella corsa globale all’innovazione, penalizzata da un sistema produttivo frammentato e da meccanismi di incentivazione ancora troppo complessi. È l’analisi lucida e senza reticenze di Bernardo Mattarella, Amministratore Delegato di Invitalia, intervenuto oggi all’Abruzzo Economy Summit, dove ha rilanciato la necessità di una riforma profonda del sistema degli incentivi.

“L’Italia fa un po’ più fatica rispetto ad altri sistemi europei, soprattutto perché le piccole e medie imprese non hanno la tendenza, anche per la limitatezza delle risorse, a investire significativamente in ricerca e sviluppo e in innovazione,” ha dichiarato Mattarella. “Basti pensare che l’Italia è al 28° posto del Global Startup Index, e la Francia e la Germania sono 7° o 8°, gli Stati Uniti sono al 1° posto.”

Da qui l’urgenza di un intervento normativo: “È necessario che il sistema degli incentivi sia riformato in maniera da renderlo sempre più fruibile, sempre più sburocratizzato e sempre più semplice,” ha sottolineato, ricordando l’audizione di Invitalia alla Commissione Industria del Senato, impegnata nella stesura della legge delega.

Mattarella ha indicato nel PNRR un esempio virtuoso di come si possa costruire un sistema di incentivazione efficace: “La cosa importante non sono i 40 miliardi l’anno del programma, ma la legacy di riforme e di nuovi meccanismi basati su risultati che il sistema ci ha costretto e ci ha invitato a mettere in campo.”

Secondo il manager, questi meccanismi dovrebbero essere estesi alla nuova programmazione europea 2021–2027 e ai fondi di coesione, per amplificare l’efficacia delle politiche industriali. Ma l’Europa, ha aggiunto, deve fare di più: “Ci si lamenta un po’ della deriva neoliberista che c’è stata in Europa negli ultimi anni, però ci dobbiamo ricordare che è vero che l’Europa ha avuto probabilmente una deriva neoliberista, ma iper-normativizzata. Neoliberismo però iper-regolamentato e quindi poco efficace.”

Il confronto con gli Stati Uniti è impietoso: “Nel 1995 l’Europa aveva una produttività pari al 95% di quella americana. Oggi ha perso circa 20 punti. L’Italia non è tra i paesi più virtuosi, e questo la dice lunga sullo stato dell’arte.”

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