L’episodio risale al 10 settembre quando il piccolo sarebbe nato senza vita. Il primo esame autoptico ipotizza un decesso per cause naturali, ma l’inchiesta rimane aperta e rimanda al 22 settembre un nuovo esame. Nel registro degli indagati figurano due sanitari
PESCARA – Emergono nuovi elementi sulla tragica vicenda del neonato morto il 10 settembre all’ospedale di Pescara. Il piccolo, figlio di una coppia 37enne residente ad Atessa, è nato senza vita al termine di un lungo travaglio.
L’inchiesta, aperta dalla Procura di Pescara dopo la denuncia presentata dal padre, resta in corso. In due – un medico e un’ostetrica – sono stati iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo, un atto dovuto per permettere lo svolgimento degli accertamenti.
Nella giornata di ieri è stata eseguita l’autopsia da parte del medico legale Cristian D’Ovidio, affiancato da un consulente nominato dalla famiglia. In base ai primi esiti, come riportato stamattina dal quotidiano Il Centro, il neonato sarebbe deceduto per cause naturali, ma la relazione definitiva dovrà stabilire con chiarezza le dinamiche cliniche e assistenziali che hanno preceduto il decesso.
Per approfondire ulteriormente l’analisi, la Procura ha rinviato l’accertamento al 22 settembre, con l’obiettivo di ampliare il collegio peritale. Sarà nominato anche un esperto in ostetricia e ginecologia, il professor Pantaleo Greco dell’Università di Ferrara, al quale verrà affidato un incarico consulenziale volto a chiarire se vi siano state negligenze o errori nella gestione del travaglio e del parto.
I consulenti avranno 60 giorni di tempo per depositare la relazione tecnica, e solo allora si potrà avere un quadro più completo delle responsabilità o dell’assenza di colpe mediche. Nel frattempo, la famiglia, così come la comunità di Atessa e l’opinione pubblica seguono con partecipazione l’evolversi dell’inchiesta.