Chieti e Teramo tra le province più a rischio in Italia per infortuni sul lavoro. In Abruzzo 11 vittime nei primi sette mesi del 2025, L’Aquila è la provincia più virtuosa
L’AQUILA – L’emergenza infortuni sul lavoro non conosce tregua nemmeno nei mesi estivi: in Abruzzo, da gennaio a luglio 2025, si contano undici vittime. A pesare sul bilancio regionale sono soprattutto le province di Chieti e Teramo, entrambe in fascia rossa. È quanto emerge dal monitoraggio dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, che colloca la regione in fascia arancione, insieme a Liguria, Calabria, Veneto e Sardegna.
A incidere maggiormente sono le province di Chieti e Teramo, entrambe classificate in fascia rossa, ossia tra le aree più critiche del Paese. Nel Chietino i casi registrati nei primi sette mesi dell’anno sono cinque, con un’incidenza del 34,2 sugli occupati: il dato pone la provincia al 13° posto della graduatoria nazionale. Segue Teramo, con tre vittime e un’incidenza del 25,3, che la colloca al 34° posto.
Meno pesante la situazione a Pescara, in fascia gialla, con due decessi e un’incidenza del 15,8 (62° posto in Italia). Più rassicurante il quadro nell’Aquilano, dove si registra un solo caso da gennaio: la provincia entra così in fascia bianca, con un indice di 8,6 e l’88ª posizione a livello nazionale.
“Il bilancio delle vittime sul lavoro – sottolinea Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Vega – è sempre più drammatico: si contano già 607 decessi in Italia, 30 in più rispetto allo scorso anno. L’Abruzzo resta una delle regioni con criticità diffuse, soprattutto a Chieti e Teramo”.
L’aumento degli incidenti, in particolare quelli in itinere (+24,1% a livello nazionale) – si legge nella nota dell’Osservatorio – conferma la difficoltà di incidere sulle cause strutturali del fenomeno, che continua a ripetersi con modalità spesso analoghe.