Polizia Locale, Biondi accusa Sospiri: “Attacco mirato contro L’Aquila”

19 Agosto 2025
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Il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi

Il sindaco dell’Aquila risponde duramente al presidente del Consiglio regionale sull’emendamento alla legge sulla Polizia Locale. “Sorprende che a difendere questa impostazione sia intervenuto un esponente di un partito nato per combattere i privilegi

L’AQUILA – Il confronto sulla riforma della legge regionale sulla Polizia Locale si trasforma in uno scontro politico frontale. Il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, accusa il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri di aver orchestrato un attacco mirato contro il suo Comune, nel tentativo di giustificare un emendamento che ha sollevato forti critiche da parte dei sindacati.

“Sorprende che oggi il dibattito sull’emendamento alla legge regionale sulla Polizia Locale si concentri su una presunta criticità del Comune dell’Aquila, mentre situazioni analoghe o ancora più complesse in altri comuni abruzzesi non facciano rilevare, piuttosto, l’incongruenza della norma”, ha dichiarato Biondi, rispondendo alla nota con cui Sospiri aveva annunciato la revisione dell’emendamento contestato.

Il nodo è la possibilità, introdotta dalla modifica legislativa, di affidare l’incarico di comandante della Polizia Locale a un dirigente esterno al Corpo. Una scelta che, secondo i sindacati, rischia di trasformare il ruolo in un “incarico fiduciario” deciso dalla politica. Sospiri ha cercato di smorzare le polemiche: “Se non ha colto l’obiettivo, sollevando dubbi e contrarietà, quella stessa norma dovrà essere rivista. Garantiamo che verrà corretta”.

Ma Biondi non ci sta. E rilancia con una critica che tocca anche l’identità politica di Forza Italia: “Sorprende che a difendere questa impostazione sia intervenuto un esponente di un partito che nacque nel 1994 con le parole d’ordine di mettere fine ai privilegi e di assicurare la meritocrazia come metro di giudizio dei dipendenti pubblici”.

Il sindaco entra nel merito delle anomalie presenti in altri capoluoghi abruzzesi: “A Chieti e Teramo il comando è affidato a un funzionario, non a un dirigente, con il rischio di mansioni superiori e richieste di risarcimento. A Pescara il dirigente è scelto dal sindaco su base fiduciaria. Ad Avezzano, invece, il comandante è un dirigente di ruolo a tempo indeterminato, che ricopre anche altre funzioni, in contrasto con la legge regionale”.

Biondi chiede conto alla Regione: “Il settore competente ha verificato se i comandanti nei Comuni sopra i 15mila abitanti siano dipendenti di ruolo della Polizia Locale? Ha controllato che svolgano esclusivamente quella funzione, come previsto dalla norma? Nessuna di queste situazioni giustifica un attacco mirato contro il Comune dell’Aquila”.

Il primo cittadino ricorda anche le criticità storiche della Legge Regionale n. 42 del 2013: “La legge imponeva al sindaco la nomina del comandante senza possibilità di scelta. Non erano previsti titoli specifici di accesso, come la laurea, obbligatoria per altre dirigenze. Queste distorsioni hanno messo in discussione l’autonomia dei Comuni e contraddetto i principi dell’anticorruzione”.

“È evidente — conclude Biondi — che la legge regionale doveva essere aggiornata per superare paradossi, chiarire requisiti, criteri e responsabilità, e consentire agli enti locali di organizzare al meglio i propri servizi. Nessun potere democratico può essere minacciato da privilegi di casta e nessuna legge nazionale può essere superata costituzionalmente da interessi di parte”.

Insomma, il caso sembra tutt’altro che chiuso. La promessa di revisione dell’emendamento da parte di Sospiri non basta a placare le tensioni. Il confronto tra istituzioni locali e regionali si fa sempre più acceso, e la riforma della Polizia Locale rischia di diventare il terreno di uno scontro politico che va ben oltre le divise.

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