Montesilvano, identificati i responsabili del “tiro al bersaglio”: fermati i giovani del soft air

12 Agosto 2025
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Identificati dalle forse dell’ordine i giovani che facevano tiro al bersaglio con una pistola soft air

Dopo giorni di tensione tra Montesilvano, Pescara e Spoltore, Carabinieri e Polizia di Stato chiudono il cerchio intorno al gruppo che sparava con pistole ad aria compressa contro ignari passanti. Tra le vittime anche una bambina di 4 anni. Sequestrata l’arma, scatta la denuncia

PESCARA – Una caccia all’uomo durata giorni, nove vittime accertate, tra cui una bambina di quattro anni e una ragazza di tredici, e un’intera comunità tenuta sotto scacco da un gruppo di giovani che aveva trasformato le strade di Montesilvano, Pescara e Spoltore in un campo di tiro. Il “gioco” consisteva nel colpire ignari passanti, ciclisti e motociclisti con pallini sparati da una pistola ad aria compressa, perfetta replica di una Beretta calibro 92, priva del tappo rosso.

A porre fine alla serie di episodi è stata la sinergia tra Carabinieri e Polizia di Stato, attivata tramite il Numero Unico di Emergenza 112. L’intervento decisivo è avvenuto nella tarda serata di ieri, quando il comandante della Stazione di Spoltore, libero dal servizio, ha intercettato in via Monte Faito a Pescara la Fiat Panda celeste segnalata più volte nei giorni precedenti. A bordo, tre giovani intenti a preparare l’ennesimo colpo.

Il sottufficiale ha immediatamente richiesto l’intervento della Centrale Operativa, che ha allertato le volanti della Questura di Pescara. Gli agenti hanno identificato due dei tre soggetti presenti nell’auto e sequestrato l’arma, ancora carica e dotata di bombola di ricarica. Gli atti sono stati trasmessi alla locale Autorità Giudiziaria.

Le indagini, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Montesilvano, erano partite lo scorso 8 agosto, quando un anziano ciclista era stato colpito in pieno giorno. Da allora, il gruppo aveva continuato a colpire pedoni e motociclisti, sempre mirando alla parte alta del corpo, con il rischio concreto di causare lesioni gravi o incidenti stradali.

«Le azioni compiute da questi folli giovani potevano avere conseguenze molto gravi», sottolineano gli inquirenti, «solo per puro caso i colpi non hanno raggiunto occhi o zone del volto più vulnerabili».

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