Dopo l’approvazione della legge regionale che istituisce l’Agenzia per il Lavoro, il sindacato lancia l’allarme: “Serve una programmazione seria, non l’ennesimo stravolgimento organizzativo”
PESCARA — La nascita dell’Aral, la nuova Agenzia Regionale per il Lavoro, non convince la Cgil Abruzzo Molise. A pochi giorni dall’approvazione del progetto di legge n. 55/2024 da parte del Consiglio regionale, il sindacato esprime forti perplessità e avverte: “Metteremo in campo qualunque azione vertenziale, se necessaria”.
In una nota congiunta, Federica Benedetti, segretaria Cgil Abruzzo Molise, e Luca Fusari, segretario Fp Cgil Abruzzo Molise, criticano duramente l’impostazione dell’agenzia: “Una operazione che vede la nascita di un’agenzia anacronistica, pensando che le problematiche legate alle politiche del lavoro possano essere risolte dallo stravolgimento, l’ennesimo, di un assetto organizzativo piuttosto che legato ad una programmazione seria, attenta e rispondente ai bisogni dei territori e delle realtà produttive”.
Il sindacato annuncia una fase di vigilanza attiva e confronto serrato con le istituzioni. Al centro delle preoccupazioni, la tutela dei dipendenti dei Centri per l’Impiego, che saranno distaccati in Aral per un periodo iniziale di 12 mesi. “Bene il riconoscimento del diritto di scelta per tutti, ma verificheremo alla scadenza dei 12 mesi se questa opzione sarà effettivamente esigibile per tutti i dipendenti”, sottolineano Benedetti e Fusari.
La Cgil chiede garanzie precise: mantenimento della sede di lavoro, valorizzazione del personale attraverso percorsi di carriera, e criteri trasparenti per il calcolo del TFR/TFS, in linea con quelli adottati dalla Giunta regionale.
“Verificheremo che l’opzione di scelta non impatti sul mantenimento della sede di lavoro e che sia garantita effettivamente la valorizzazione del personale attraverso procedure di verticalizzazione”, aggiungono.
Altro nodo cruciale è la stesura dello Statuto e del Regolamento dell’Aral, che secondo il sindacato deve avvenire con il pieno coinvolgimento delle parti sociali. “Pretenderemo che la fase di confronto sia effettivamente condivisa e costruita attraverso il supporto delle parti sociali; che gli atti amministrativi siano conseguenti alle garanzie disciplinate nella legge”, affermano i rappresentanti della Cgil.
Resta infine aperta la questione del rientro nei ruoli della Giunta regionale, anche oltre il termine dei 12 mesi, attraverso procedure di mobilità interna ed esterna. “Devono essere garantiti anche aspetti per noi ancora poco chiari, come la possibilità di rientrare nei ruoli della Giunta anche successivamente ai 12 mesi”, concludono.