Dazi USA-UE, allarme CNA: “Accordo penalizzante per il Made in Italy. Urgono compensazioni”

28 Luglio 2025
1 minuto di lettura

La Confederazione Nazionale dell’Artigianato denuncia gravi ripercussioni sull’export italiano dopo l’intesa tra Washington e Bruxelles sui dazi. Il presidente Costantini: “Si scrive 15 ma si legge 30%”. Chiesto il riavvio del tavolo sull’export a Palazzo Chigi per attivare i 25 miliardi promessi alle imprese

PESCARA – L’accordo tra Washington e Bruxelles sui nuovi dazi commerciali non preoccupa solo Roma: le ricadute regionali saranno significative, soprattutto in territori come l’Abruzzo, dove l’export rappresenta una leva fondamentale di crescita economica per migliaia di piccole e medie imprese. Secondo CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) la misura, che prevede dazi al 15%, avrà “effetti molto pesanti sull’export italiano”, già messo sotto pressione dall’apprezzamento dell’euro sul dollaro, aumentato di quasi il 15% negli ultimi mesi.

“L’Italia è uno dei principali esportatori negli Stati Uniti e quindi qualsiasi innalzamento dei dazi avrebbe riflessi molto negativi, in particolare sul sistema delle piccole imprese”, afferma CNA. Oltre ai 67 miliardi di euro di vendite dirette, vanno aggiunti circa 40 miliardi di flussi indiretti, perlopiù beni intermedi nei settori della meccanica e della moda, dove operano prevalentemente piccole realtà produttive.

Il presidente della CNA, Dario Costantini, non usa mezzi termini: “Si scrive 15 ma si legge 30% ed è una tassa ingiusta e sproporzionata che penalizza il Made in Italy ma avrà riflessi negativi anche sull’economia americana”.
La CNA chiede interventi urgenti: “Sono necessari sostegni e compensazioni e ci attendiamo a breve la riattivazione del tavolo sull’export a Palazzo Chigi per un confronto su strumenti e criteri per mettere a disposizione del sistema delle imprese i 25 miliardi assicurati dal governo”.

Altro da

Non perdere