Davanti alla crisi globale del settore automobilistico e alla stretta della transizione ecologica, la Regione Abruzzo difende il polo produttivo di Atessa. Marsilio e Magnacca sollecitano investimenti, presidio locale e una revisione delle norme europee sulle emissioni. Stellantis conferma il ruolo strategico dello stabilimento, ma l’allarme resta alto
PESCARA – Il futuro dello stabilimento Stellantis di Atessa non può essere lasciato al caso né alle rigidità normative dell’Unione Europea. È questo il messaggio forte emerso dalla riunione del tavolo regionale sull’Automotive convocato a Pescara dal presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, con la partecipazione dell’assessore alle Attività Produttive Tiziana Magnacca, dei vertici di Stellantis, Confindustria e dei sindacati.
“Stellantis Atessa è un patrimonio industriale che va protetto con ogni mezzo,” ha detto Marsilio, riferendosi alla flessione produttiva dello stabilimento abruzzese, tra i più strategici d’Europa nel settore dei veicoli commerciali leggeri. “Costringere le imprese a pagare multe miliardarie se non vendono abbastanza furgoni elettrici è una follia da scongiurare,” ha aggiunto, annunciando l’impegno congiunto con il ministro Urso per portare la questione direttamente a Parigi, Berlino e Bruxelles.
Il presidente ha anche chiesto a Stellantis segnali chiari di investimento su Atessa e sull’intera filiera abruzzese, che comprende anche realtà in sofferenza come Marelli di Sulmona. Tra le proposte avanzate: un centro per la riconversione dei veicoli fuori uso, da installare ad Atessa nell’ottica dell’economia circolare, e il rafforzamento delle attività di ricerca e sviluppo.
L’assessore Magnacca ha sottolineato il rischio concreto di delocalizzazione e ha invitato Stellantis “a mantenere gli impegni presi con il governo e a investire sul territorio, tutelando l’indotto e spostando le attività di sviluppo sui Large Van ad Atessa.” Ha inoltre ribadito l’urgenza di riformare le normative europee in tema di transizione ecologica per sostenere l’innovazione e ridurre le emissioni, “ma senza affondare la produzione.”
Stellantis, dal canto suo, ha voluto chiarire le recenti dichiarazioni del manager Jean-Philippe Imparato, precisando che Atessa è stata citata come esempio emblematico per sollecitare un intervento politico a sostegno dell’intero comparto europeo. L’azienda ha ribadito che lo stabilimento abruzzese resta centrale nella strategia Pro One per i veicoli commerciali: con oltre 7 milioni di unità prodotte in 40 anni, è il principale hub europeo del gruppo per la flessibilità produttiva e l’esportazione.
Nonostante la conferma dell’impegno industriale, il clima resta teso. Il tavolo è servito a rilanciare un appello preciso: per rendere sostenibile l’automotive serve una visione politica lungimirante, capace di tenere insieme innovazione, lavoro e territori.