La decisione ha sollevato dure critiche da parte dell’opposizione, che denuncia un grave rischio per cittadini e turisti. I consiglieri Pd Antonio Di Marco e Pierpaolo Pietrucci annunciano un’interrogazione all’Esecutivo regionale e chiedono un confronto diretto con sindaci e istituzioni, attraverso la convocazione in loco della Commissione Sanità
L’AQUILA – Un’intera area montana, tra le più rinomate e frequentate d’Abruzzo per il turismo naturalistico e sportivo, rimarrà per tutto il mese di maggio senza ambulanze medicalizzate. L’Alto Sangro – cuore verde del Parco Nazionale d’Abruzzo, meta turistica d’eccellenza sia in estate che in inverno – vedrà il servizio di emergenza 118 operare senza personale medico a bordo. A lanciare l’allarme, i consiglieri regionali del Partito democratico Antonio Di Marco e Pierpaolo Pietrucci, che denunciano una situazione “gravissima” e annunciano un’interrogazione urgente all’Esecutivo regionale. “Lasciare senza copertura medica un territorio che nei mesi di punta supera le 70.000 presenze – affermano – significa mettere a rischio la vita delle persone e certificare il collasso della governance sanitaria della giunta Marsilio”.
I consiglieri regionali tornano a puntare il dito contro la governance sanitaria regionale ravvisando un arretramento del diritto alla salute.
Lasciare le aree interne dell’Alto Sangro senza ambulanze medicalizzate per l’intero mese di maggio – affermano in una nota congiunta – è un segnale gravissimo della deriva della sanità pubblica in Abruzzo. Siamo di fronte a un arretramento pericoloso del diritto alla salute – aggiungono – soprattutto in territori che già soffrono di isolamento e carenza di presidi, nonostante le nostre ripetute e vane richieste di convocazione della Commissione sanità sull’argomento”.
Poi l’affondo: “Un’indifferenza che la comunità non merita: che nel pieno della stagione turistica si scelga di lasciare i cittadini e i visitatori senza copertura medica a bordo delle ambulanze – tuonano Di Marco e Pietrucci – è una decisione che mette a rischio vite umane e spiega la mancanza di governance della sanità dell’era Marsilio”.
Per questi motivi, gli esponenti dem hanno reiterato la richiesta di una Commissione in loco per puntare i riflettori sulle criticità dell’assistenza sanitaria nelle località montane dell’Alto Sangro.
“Già nei mesi scorsi – si legge ancora nella nota – abbiamo richiesto la convocazione urgente della quinta Commissione Sanità, a seguito dell’audizione del 29 ottobre 2024 di CGIL, comitato civico e del presidente del Comitato ristretto dei Sindaci della ASL1, per affrontare in loco il tema dell’assistenza sanitaria nell’area interna dell’Alto Sangro. Alla luce dell’aggravarsi della situazione, con il Pronto soccorso ridotto al minimo e il 118 privo di medici – affermano Di Marco e Pietrucci – abbiamo nuovamente sollecitato la convocazione della Commissione, affinché vengano auditi tutti i sindaci dei Comuni coinvolti e l’assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì perché dia risposte. Il contributo diretto dei sindaci – spiegano – sarà essenziale per rappresentare al meglio la reale condizione in cui versa il territorio”.
Una situazione d’emergenza che, secondo i consiglieri regionali, non può più essere affrontata con soluzioni tampone o silenzi istituzionali. Di Marco e Pietrucci chiedono interventi immediati ma anche un piano strutturale necessario, a loro avviso, a restituire dignità al sistema sanitario locale.
“In un distretto regionale come l’Alto Sangro, popolato da oltre 70.000 persone nei mesi estivi e soggetto a criticità invernali – affermano i due consiglieri d’opposizione – serve con urgenza un tavolo di lavoro permanente per trovare soluzioni concrete e durature come più volte abbiamo sostenuto e chiesto. La garanzia di un Pronto soccorso funzionante e della presenza medica nel servizio 118 non può essere trattata come questione secondaria: è una priorità che la ASL1 dell’Aquila non può più rimandare. Insieme al consigliere Pietrucci e con il Patto per l’Abruzzo lavoreremo affinché questa crisi trovi una risposta strutturale, per restituire ai cittadini il diritto alla cura e all’assistenza che spettano loro”.