Univaq, la visione di Graziosi: nel 2026 riapre Roio. “Certificheremo la leadership degli studenti”

30 Dicembre 2025
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Fabio Graziosi, Rettore Univaq

Il Rettore traccia la rotta del dopo-Alesse: completato il recupero dell’ex convento, fari puntati sulla rinascita di Palazzo Carli e della Reiss Romoli

L’AQUILA – Non è solo una questione di mattoni e cantieri, sebbene la ricostruzione fisica dell’Ateneo abbia un peso importante nel prossimo futuro. La sfida che Fabio Graziosi, Rettore dell’Università dell’Aquila, lancia nel suo primo bilancio di fine anno è innanzitutto culturale: trasformare l’eredità del compianto Edoardo Alesse in un modello di sviluppo dove la cooperazione vince sull’isolamento. “Collaborare è meglio che competere”, ribadisce Graziosi, delineando un’università che si muove tra l’efficienza tecnica del PNRR e l’ambizione di formare una nuova classe dirigente.

Il segnale più tangibile di questo nuovo corso è fissato sul calendario del 2026. Per quella data, l’Ateneo si riapproprierà ufficialmente dell’ex convento di Poggio di Roio, storica sede di Economia. Un recupero che il Rettore definisce come un “intervento completato e attivabile”, pronto a restituire respiro alla didattica e alla vita studentesca in uno dei poli storici della formazione aquilana. Ma la mappa dei cantieri non si ferma qui. Se per la Reiss Romoli le criticità tecniche sembrano ormai alle spalle — con un bando imminente e lavori stimati in un biennio — il cuore della città attende il destino di Palazzo Carli. Per la sede storica, Graziosi immagina una metamorfosi: non più solo uffici, ma un “incubatore di creatività”, un centro destinato a mostre, concerti e convegni, capace di ricucire il rapporto tra l’istituzione e il tessuto urbano. Restano nell’agenda delle priorità assolute, inoltre, il recupero dell’ex ospedale San Salvatore e della colonia di Monteluco.

Sul piano della didattica e del lavoro, la strategia di Graziosi punta a superare il tradizionale libretto universitario per dare valore a ciò che spesso resta invisibile. L’Ateneo intende infatti rendere riconoscibili e spendibili quelle competenze trasversali che gli studenti acquisiscono “più o meno consapevolmente”: leadership, problem solving e capacità relazionali. L’obiettivo dichiarato è identificare queste doti, codificarle e infine certificarle, affiancandole a quelle curricolari per facilitarne il riconoscimento all’interno del sistema produttivo nazionale.

L’attenzione al benessere degli studenti e ai servizi di eccellenza completa il quadro di fine mandato. La gestione del “semestre filtro” di Medicina rimane un passaggio delicato, che ha influenzato anche le tempistiche del nuovo Collegio di Merito, per il quale è stato previsto un bando transitorio con scadenza prorogata. In un orizzonte segnato dalle grandi manovre del PNRR e dalle incognite del post-2026, l’Università dell’Aquila prova così a giocare d’anticipo, puntando su una “terza missione” che non sia solo accademica, ma si confermi come il vero motore di rigenerazione sociale e culturale per l’intero territorio.

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