Gran Sasso, le lunghe file alla funivia riaccendono lo scontro politico sul futuro di Campo Imperatore

29 Dicembre 2025
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Sciatori e appassionati affollano le piste a Campo Imperatore

Le code registrate nei giorni di maggiore affluenza riaccendono lo scontro politico sulla gestione dei flussi turistici a Campo Imperatore. La maggioranza in Consiglio comunale rivendica l’attrattività del comprensorio e replica alle polemiche social sollevate dal consigliere regionale del Pd, Pierpaolo Pietrucci

L’AQUILA – Dalle lunghe code registrate nei giorni scorsi per utilizzare la Funivia del Gran Sasso al dibattito sulle possibili alternative infrastrutturali, come la telecabina trifune, per rendere più rapido l’accesso a Campo Imperatore. Non si placa la polemica politica sulla gestione dei flussi turistici sul versante aquilano del massiccio: da una parte le critiche dell’opposizione, che leggono le file come il segnale di un sistema inadeguato a sostenere l’aumento delle presenze; dall’altra la replica della maggioranza, che rivendica l’alta affluenza come indice di attrattività del Gran Sasso e respinge l’idea di soluzioni ritenute difficilmente praticabili sul piano tecnico, economico e dell’impatto ambientale.

Al centro del confronto c’è il funzionamento dell’attuale sistema di accesso al comprensorio, tornato sotto i riflettori dopo i picchi di affluenza registrati nei fine settimana. Le immagini delle code hanno alimentato il dibattito politico e riaperto la discussione sulle prospettive di sviluppo infrastrutturale della montagna aquilana, con particolare riferimento alla capacità degli impianti di sostenere un turismo in crescita senza generare disagi.

«Le file registrate nei giorni di maggiore affluenza non rappresentano un fallimento, bensì il segnale evidente di un rinnovato interesse turistico per il Gran Sasso, oggi unico comprensorio regionale in grado di garantire condizioni sciistiche adeguate. Un dato positivo per l’economia locale, per gli operatori del settore e per l’immagine dell’Aquila come città di montagna viva, attrattiva e frequentata», hanno dichiarato i capigruppo di maggioranza Leonardo Scimia (FdI), Alessandro Maccarone (Aq Protagonista), Daniele D’Angelo (Forza Italia), Daniele Ferella (Lega), Fabio Frullo (UdC) e il delegato alla montagna Luigi Faccia (Aq Protagonista).

«Ed è proprio su questo punto – si legge nella nota diffusa dai consiglieri di maggioranza – che si infrange l’ennesima narrazione strumentale del centrosinistra: si grida allo scandalo per le code, ma si omette un fatto essenziale, ovvero che senza la Funivia in funzione non ci sarebbe alcuna fila, perché non ci sarebbe alcun turismo».

Il riferimento è alla proposta del Partito democratico di sostituire l’attuale funivia con un nuovo impianto, una moderna cabinovia trifune, più leggera, in grado di portare in quota 2 mila persone l’ora, con cabine da 8 o 10 posti. Una proposta reiterata dai consiglieri democratici, ritenuta irrealizzabile dall’attuale amministrazione di centrodestra.

«Dietro la proposta di sostituire l’attuale impianto con una telecabina 3S, presentata oggi come soluzione miracolosa – si legge ancora nella nota dei capigruppo di centrodestra – si cela in realtà una scelta irrealistica e potenzialmente dannosa. Si parla di un’opera dal costo stimato tra i 40 e i 50 milioni di euro, da realizzare in un contesto ambientale fortemente vincolato, che comporterebbe anni di blocco, stagioni turistiche compromesse e il rischio concreto di mettere in ginocchio l’intero comparto economico di Campo Imperatore. Una proposta che appare quindi fuori dalla realtà e priva di una valutazione responsabile delle conseguenze».

Sul punto è tranciante la replica all’esponente del Partito democratico Pierpaolo Pietrucci, dopo le dichiarazioni diffuse sui social.

«Chi oggi pontifica dimentica, o finge di dimenticare, che un’ipotesi analoga esisteva già nel 2009, fu presentata al Comune e non venne mai portata avanti, proprio negli anni in cui Pietrucci ricopriva ruoli apicali nelle amministrazioni guidate dal centrosinistra. Allora come oggi, esistevano i vincoli ambientali, le difficoltà autorizzative e le stesse criticità che oggi vengono strumentalmente ignorate. Nel frattempo – continuano i capigruppo di maggioranza – l’Amministrazione lavora con serietà a una visione più ampia e concreta di sviluppo, puntando sul PST Scindarella–Montecristo, su impianti già finanziati e su un modello di turismo realmente sostenibile, accessibile e sicuro».

Infine l’affondo politico contro il consigliere regionale dem, che va ben oltre il merito della discussione sul futuro del comprensorio sciistico:

«Ci chiediamo – si legge ancora nella nota – se, dopo l’esclusione dalla corsa a candidato sindaco da parte dei moderati della sua stessa area politica, Pietrucci non stia tentando di recuperare visibilità alzando artificiosamente il livello dello scontro, evocando conflitti sociali da una posizione che da oltre dieci anni garantisce un’indennità mensile superiore ai 10.000 euro. Un atteggiamento più vicino a quello di un tribuno permanente che a quello di un amministratore responsabile, quasi a voler competere sul terreno di Landini che il nostro.
Attendiamo quindi – concludono i consiglieri comunali – il consigliere Pietrucci, che ama atteggiarsi a rivoluzionario ma che nei fatti ricorda più un Savonarola della polemica permanente, pronto magari a sfogare le frustrazioni anche sulle file della Fiera della Befana, certi che anche in quel caso saprà indicare soluzioni tanto semplici quanto efficaci».

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