Gas a Bomba, il paradosso del tempo: quando il giacimento era una «svolta» e non un rischio

29 Dicembre 2025
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A Bomba vent’anni di cambiamenti: ciò che era considerato un’opportunità, oggi viene descritto in modo opposto

LNEnergy risponde alle mobilitazioni richiamando la coerenza delle istituzioni: nel 2007 l’attuale amministrazione lodava il progetto. Oggi, nonostante i tre pareri favorevoli dei Ministeri, il clima è cambiato

BOMBA – Esiste una geografia del sottosuolo che resta immutata per millenni, e una geografia del consenso politico che, al contrario, muta con la velocità del vento. Il caso del giacimento di Collesanto, nel Chietino, è diventato l’emblema di questo cortocircuito. Mentre le piazze si preparano a fiaccolate di protesta e il fronte del “no” si compatta, la società LNEnergy rompe il silenzio e solleva un velo di polvere dagli archivi della cronaca locale. La tesi è netta: ciò che oggi viene descritto come una minaccia, vent’anni fa era salutato dalle medesime autorità come la “terra promessa” dello sviluppo economico.

Il cuore della polemica risiede in una sovrapposizione temporale e amministrativa. Al vertice del Comune di Bomba siede oggi la stessa guida che, tra il 2003 e il 2007, accompagnò la realizzazione dei pozzi MP1 e MP2. In quegli anni, il clima era di pieno supporto istituzionale, culminato nel 2008 con l’istituzione dell’area mineraria “Monte Pallano” da parte del Ministero delle Attività Produttive.

L’archivio della memoria

Correva il 21 agosto 2007 quando le pagine del quotidiano Il Centro riportavano le dichiarazioni del sindaco di allora – e di oggi – il dott. Raffaele Nasuti. Le parole di allora non lasciavano spazio a dubbi: «I giacimenti di metano rappresentano una occasione unica per il paese e per il rilancio dell’economia». In quel contesto, la narrazione non era quella dell’emergenza, ma dell’opportunità: «Sostenibilità ambientale e sviluppo possono andare di pari passo; l’impatto ambientale del sito minerario è minimo anche per il vicino lago e il centro turistico. Per Bomba il metano può rappresentare una svolta».

Oggi, a quasi vent’anni di distanza, LNEnergy rivendica la validità tecnica di quelle intuizioni, supportata da una nuova e robusta architettura autorizzativa. Il progetto “Small Scale LNG Collesanto” ha infatti incassato, nel solo 2025, il parere favorevole della Commissione VIA (24 luglio) e quello della Soprintendenza Speciale PNIEC-PNRR del Ministero della Cultura (18 novembre). A questi si aggiunge il fondamentale nulla osta dell’Ufficio Grandi Dighe, emesso il 5 novembre 2024, che certifica la sicurezza dell’invaso di Bomba.

La sfida della transizione

Nonostante il “triplo sì” dei Ministeri della Repubblica, la tensione sociale resta alta. LNEnergy, pur dichiarando di non voler entrare nel merito delle contese politiche, sottolinea la necessità di un confronto basato sui fatti e non sulle narrazioni di comodo.

«Rispettiamo ogni forma di manifestazione civile», fanno sapere dalla società, «ma è importante ricordare che il gas – soprattutto nella prospettiva dell’LNG e della sua versatilità come vettore energetico – è riconosciuto a livello europeo come una risorsa di transizione fondamentale (PNIEC). Garantisce stabilità, riduce la dipendenza dall’estero e si integra con le rinnovabili, contribuendo a costruire un sistema energetico più sicuro e più flessibile».

La questione di Bomba travalica così i confini comunali per diventare un caso nazionale: è possibile garantire la sicurezza energetica del Paese se i progetti, una volta validati tecnicamente e inizialmente auspicati dai territori, finiscono ostaggio del mutamento degli orientamenti politici locali? La risposta, tra le pieghe di una transizione ecologica che non può fare a meno del pragmatismo, resta ancora da scrivere.

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