“Natale in carcere” a Castrogno, il Partito Radicale: «Sovraffollamento al 183% e giustizia senza risposte»

27 Dicembre 2025
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Durante la visita emergono i numeri del carcere di Teramo, i casi limite dei detenuti anziani e il tema degli errori giudiziari

TERAMO – La tradizionale iniziativa “Natale in carcere” ha portato questa mattina il Partito Radicale all’interno della casa circondariale di Castrogno, a Teramo. Una visita che, come ogni anno, si è trasformata in un’occasione per accendere i riflettori sulle condizioni di detenzione e sulle criticità strutturali del sistema penitenziario. A guidare la delegazione di professionisti è stato il Partito Radicale, rappresentato da Ariberto Grifoni.

Durante l’incontro è emersa la fotografia ormai nota del carcere teramano: circa 470 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 255 posti, con un indice di sovraffollamento che arriva al 183 per cento.

«Qui non c’è solo un problema di numeri – ha spiegato Grifoni – ma un sistema che mostra tutti i suoi limiti: tempi della giustizia eccessivi, carichi di lavoro insostenibili, mancanza di controllo e perdita di umanità». Tra i casi segnalati durante la visita, quello di un detenuto di 84 anni, la cui pratica risulterebbe ancora ferma presso il giudice di sorveglianza. «È tutto rinviato a dopo le festività – ha sottolineato – ma davanti a situazioni simili le risposte dovrebbero essere immediate. Le lungaggini processuali restano uno dei nodi irrisolti della giustizia italiana».

Nel corso della visita è stato affrontato anche il tema degli errori giudiziari. Grifoni ha richiamato il caso di Beniamino Zuncheddu, simbolo di una giustizia che può sbagliare gravemente: condannato all’ergastolo nel 1991 e assolto solo dopo quasi 33 anni di carcere. «È uscito con più di sessant’anni, senza nulla, dopo aver passato una vita in cella. Il risarcimento arriverà forse tra anni, ma intanto come vive? E come lui ce ne sono molti altri».

Al termine dell’iniziativa, il Partito Radicale ha annunciato la costituzione di un comitato per il sì al referendum sulla riforma della giustizia, previsto per la primavera del 2026, con l’obiettivo di trasformare le denunce raccolte anche a Castrogno in una battaglia politica e civile più ampia.

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