D’Annunzio comunicatore: il Vate riletto come stratega dei linguaggi moderni nel volume “L’arte della parola”

20 Dicembre 2025
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Un saggio innovativo rilegge Gabriele d’Annunzio come comunicatore moderno e stratega dei linguaggi di massa: L’arte della parola, presentato a Pescara, è il primo studio a tutto tondo sul Vate tra slogan, immagine pubblica e sperimentazione, fino all’uso simbolico dell’intelligenza artificiale

PESCARA – Un Gabriele d’Annunzio inedito, studiato non solo come poeta e scrittore, ma come autentico stratega della comunicazione moderna. È questa la chiave di lettura proposta da L’arte della parola, edito Carabba Edizioni e presentato questa mattina al Circolo Aternino di Pescara da Michele Russo – coautore insieme a Gianni Oliva, Licio Di Biase, Andrea Lombardinilo e Mario Tirino – e Angelo Piero Cappello, curatore del volume.

Il libro nasce dall’idea di riportare al centro dell’attenzione un aspetto di d’Annunzio spesso evocato, ma raramente indagato in modo scientifico e sistematico: la sua capacità di costruire messaggi, simboli, slogan, nomi e marchi che, a distanza di oltre un secolo, risultano ancora sorprendentemente attuali.

«I consigli che d’Annunzio ha lasciato sono tantissimi e attualissimi. Gli slogan, i nomi, i marchi che ha creato o suggerito sono ancora oggi attivi in Italia e nel mondo», ha commentato Russo. Non a caso, racconta ancora, la scelta di partecipare al progetto ha anche un forte valore simbolico: «La sede della nostra società confina con la casa natale di Gabriele d’Annunzio, e ci è sembrata una cosa giusta promuovere e sostenere un’opera come questa».

Tra gli elementi più originali del libro spicca anche una sperimentazione inedita: il recupero della voce originale di d’Annunzio dal web e l’uso dell’intelligenza artificiale per immaginare cosa avrebbe detto oggi della propria opera comunicativa. Un gioco culturale che, secondo Russo, sarebbe stato perfettamente in linea con lo spirito di un autore che ha sempre saputo anticipare il futuro e sperimentare nuovi strumenti.

Il curatore Angelo Piero Cappello evidenzia come, dagli anni Ottanta in poi, si sia parlato molto di d’Annunzio comunicatore, ma quasi sempre in modo frammentario. Gli studi precedenti si sono concentrati su singoli ambiti – la letteratura, la politica, l’impresa militare – senza mai offrire una visione complessiva. L’arte della parola colma questo vuoto proponendo uno studio a 360 gradi, che attraversa tutte le dimensioni dell’attività dannunziana: letteraria, teatrale, cinematografica, politico-militare e diplomatica.

L’opera è articolata in cinque focus tematici – interviste, aforismi, discorsi politici, giornalismo culturale e proiezione mainstream del personaggio – attraverso i quali emerge un d’Annunzio consapevole stratega della parola e dell’immagine, capace di parlare a pubblici diversi con strumenti sorprendentemente moderni.

Ne risulta il ritratto di un protagonista assoluto del passaggio tra Ottocento e Novecento, avanguardista e sperimentatore, capace di guardare al futuro restando ben ancorato al presente. Un’eredità che, come dimostra questo volume, continua ancora oggi a dialogare con il nostro tempo e con le sfide della comunicazione contemporanea.

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