Il coordinatore regionale Nazario Pagano respinge le voci di fratture interne e rilancia: priorità alla campagna referendaria sulla giustizia, unità del centrodestra per vincere a Chieti e Avezzano e un obiettivo chiaro alle politiche 2027: superare il 15%
«Nessuna corrente, nessuna conta interna, nessun congresso regionale da resa dei conti». Nazario Pagano, deputato abruzzese e coordinatore regionale di Forza Italia, respinge con forza la rappresentazione di un partito abruzzese attraversato da fratture interne sulla base di presunte correnti.
Il pensiero del coordinatore è netto: «In Forza Italia le correnti non ci sono e non sono auspicabili», afferma, richiamandosi esplicitamente alla tradizione del partito fondato da Silvio Berlusconi e alla linea dell’attuale segretario nazionale Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri. «Berlusconi le odiava, io non le voglio e anche Tajani e Occhiuto hanno dichiarato pubblicamente di non volere correnti».
Una posizione che serve anche a prendere le distanze dalle ricostruzioni degli ultimi giorni che lo collocano nell’area dei cosiddetti “rinnovatori”, raccolti attorno al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, una delle figure più esposte nel confronto interno a Forza Italia. Pagano liquida come «chiacchiericcio» le letture che lo vorrebbero vicino a una parte o all’altra del confronto nazionale. «Non ho partecipato ad alcun convegno riconducibile a schieramenti interni. Ho ottimi rapporti sia con Tajani sia con Occhiuto».
Sul piano organizzativo, Pagano richiama l’attenzione sulla fase di tesseramento che si è appena conclusa, sottolineando la novità introdotta dalla segreteria nazionale: per la prima volta anche i coordinatori regionali saranno eletti direttamente dagli iscritti. «È una novità voluta da Tajani: Berlusconi non aveva mai voluto congressi regionali, preferiva scegliere personalmente. Oggi invece si è deciso di dare la parola agli iscritti». I numeri definitivi arriveranno solo a gennaio, ma Pagano parla di «un aumento significativo delle tessere». Quanto ai congressi regionali, l’ipotesi resta sul tavolo, ma con tempi chiari: «Probabilmente si andrà a un congresso regionale, ma lo deciderà la segreteria nazionale. Sicuramente dopo il referendum, quindi in primavera. Mi auguro un confronto sereno, possibilmente con un congresso unitario».
Prima di ogni appuntamento congressuale, per Forza Italia c’è però una priorità su cui concentrare energie e tempo: il referendum confermativo sulla riforma dell’ordinamento giudiziario. Pagano, tra i firmatari della richiesta referendaria, indica questa consultazione come l’impegno centrale dei prossimi mesi. «L’emergenza che abbiamo oggi è l’organizzazione della campagna», spiega, sottolineando la necessità di costruire tra gennaio e marzo un’informazione ampia e capillare per spiegare le ragioni della riforma.
Una riforma che, precisa, «non è contro i magistrati e non è contro qualcuno», richiamando il carattere costituzionale degli interventi previsti. Si tratta, sottolinea, di un passaggio che dà piena applicazione a principi già presenti nella Carta e che rappresenta per Forza Italia un tratto identitario consolidato. «È stato un obiettivo politico molto chiaro, la stella polare di Silvio Berlusconi».
Per questo, conclude Pagano, la campagna referendaria viene prima di qualsiasi discussione sugli assetti interni del partito.
Sul piano locale, lo sguardo del coordinatore regionale si sposta sulle prossime scadenze amministrative di Chieti e Avezzano. «Chieti è sempre stata una città tendenzialmente di centrodestra», afferma, sostenendo che le sconfitte del passato siano state determinate soprattutto dalle divisioni interne. «Se il centrodestra va unito, a Chieti vince. In passato abbiamo pagato divisioni, qualche volta per colpa di altri, qualche volta anche per responsabilità nostre».
Da qui la necessità, sottolinea, di un confronto programmatico serio, a partire dalle difficoltà economiche e di bilancio della città, dal rapporto tra Chieti Alta e Chieti Scalo e dal ruolo dell’università d’Annunzio, che definisce centrale per lo sviluppo urbano. Pagano richiama inoltre una visione metropolitana più integrata con Pescara e la valorizzazione del patrimonio storico e culturale, dal centro città al teatro Marrucino, che definisce «una vera gemma» per la vita culturale cittadina.
Ad Avezzano, spiega Pagano, il centrodestra ha invece scelto di muoversi con anticipo, in un contesto già segnato dalla presenza di un sindaco uscente deciso a ricandidarsi e impegnato da tempo nella costruzione delle proprie liste. «C’era una certa premura a scegliere», osserva, «perché non potevamo permetterci di arrivare in ritardo rispetto a scelte che erano già state avviate».
Da qui l’individuazione di un candidato che, sottolinea il coordinatore regionale di Forza Italia, «conosce perfettamente quella realtà ed è molto stimato»: un ex questore proveniente dal mondo della sicurezza, già in servizio ad Avezzano. Una figura che, precisa Pagano, ha raccolto un riscontro positivo tra i dirigenti di Forza Italia e di Fratelli d’Italia, consentendo alla coalizione di avviare il percorso elettorale con maggiore anticipo rispetto al passato.
L’obiettivo dichiarato secondo Pagano resta quello di costruire una proposta credibile e competitiva, evitando divisioni interne e puntando su una coalizione sempre più forte e coesa. «Alle regionali abbiamo sfiorato il 14 per cento, alle politiche del 2027 vogliamo superare abbondantemente il 15 per cento», dice Pagano. Un obiettivo che, a suo avviso, passa da una linea chiara: unità interna, niente correnti e una filiera politica coerente tra livello locale, regionale e nazionale. «Non abbiamo bisogno di liti intestine», conclude. «Dobbiamo costruire consenso, non dividerci».