Famiglia nel bosco, la decisione della Corte d’Appello: i bimbi restano nella struttura protetta

19 Dicembre 2025
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Nathan e Catherine davanti alla loro abitazione nei boschi di Palmoli, da cui i tre figli sono stati allontanati per essere trasferiti in una struttura protetta dopo il provvedimento del Tribunale per i minorenni dell’Aquila

Respinto il reclamo dei legali di Nathan e Catherine contro la decisione del Tribunale per i Minorenni. Duro attacco di Salvini e Roccella: “Vergogna, i bambini non sono proprietà dello Stato”

PALMOLI – La Corte d’Appello dell’Aquila ha rigettato il reclamo presentato dai legali di Nathan e Catherine contro l’ordinanza del Tribunale per i Minorenni che aveva disposto la sospensione della responsabilità genitoriale e il collocamento dei loro tre figli in una casa famiglia a Vasto. Una decisione che conferma, quindi, la misura adottata a fine novembre, quando i bambini erano stati trasferiti da Palmoli alla struttura protetta del vastese.


Nella casa famiglia si trova anche la madre, che può trascorrere con i figli alcuni momenti della giornata, ma la situazione resta invariata: l’affidamento è sospeso e i minori restano sotto tutela.
La decisione ha suscitato immediate reazioni politiche. “Per questi giudici una sola parola: vergogna. I bambini non sono proprietà dello Stato, devono poter crescere con l’amore di mamma e papà”, ha scritto su X il segretario della Lega e vicepremier Matteo Salvini, commentando la sentenza della Corte d’Appello.


Dello stesso tono la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella, che in un post su Facebook ha dichiarato: “E così, neanche per Natale i bambini della cosiddetta ‘famiglia nel bosco’ potranno tornare a casa con mamma e papà”.
Roccella ha poi aggiunto: “In questa vicenda abbiamo letto valutazioni su stili di vita e scelte educative, ma assai meno sull’impatto psicologico che l’allontanamento può avere su bambini così piccoli. Gli allontanamenti devono essere un’extrema ratio, giustificati solo da rischi immediati e gravissimi, non da derive ideologiche o corporative. Quando ci sono di mezzo i minori, non devono esistere ideologie né corporazioni. Faremo tutto ciò che è possibile per cambiare questo sistema, nel supremo interesse dei bambini”.

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