Montagna, l’Abruzzo frena sulla riforma dei criteri: “Parametri da rivedere, penalizzano gli Appennini”

17 Dicembre 2025
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L’assessore regionale Roberto Santangelo

In Conferenza delle Regioni l’assessore Santangelo chiede una revisione complessiva dello schema di decreto: “Servono criteri coerenti con le caratteristiche dei territori. La riforma deve essere uno strumento di equità, non di disuguaglianza”

L’AQUILA – L’Abruzzo alza la voce in Conferenza delle Regioni e chiede di rimettere mano ai nuovi criteri per la classificazione dei Comuni montani. La riunione della Commissione “Politiche per la montagna”, convocata per esaminare lo schema di decreto attuativo della Legge 131/2025, si è chiusa con un rinvio dell’intesa e con una richiesta chiara: servono parametri più equi, capaci di fotografare davvero la complessità dei territori appenninici.

Protagonista del confronto è stato l’assessore regionale Roberto Santangelo, che ha portato sul tavolo le criticità sollevate dall’Abruzzo. Proprio oggi anche i Dem abruzzesi avevano chiesto una posizione netta della Regione sul nuovo regolamento che determina i criteri per definire i Comuni realmente montani.

Secondo la Regione, l’applicazione dei nuovi parametri rischia di escludere proprio quei Comuni che vivono le condizioni più difficili in termini di spopolamento, carenza di servizi e isolamento infrastrutturale. «Pur condividendo la necessità di riformare i criteri – ha spiegato Santangelo – si ravvede l’esigenza di tenere conto delle differenze strutturali e delle diverse peculiarità delle Alpi e degli Appennini. In regioni come l’Abruzzo, strutturalmente montane e attraversate dall’Appennino, segnate da profonde disuguaglianze territoriali, molti comuni potrebbero essere penalizzati».

L’assessore ha ricordato come la Regione stia già investendo risorse significative per contrastare lo svantaggio strutturale delle aree interne. «In Abruzzo stiamo mettendo molte risorse per cercare di ridurre questo svantaggio, attraverso il FOSMIT stiamo investendo sui servizi, sulle scuole, sulle strade per contrastare lo spopolamento e favorire quella che chiamiamo ‘restanza’. Quello abruzzese è un territorio fortemente montano con molti comuni al di sopra dei 600 metri sul livello del mare, con una popolazione al di sotto dei 2.000 abitanti e che necessitano di risorse aggiuntive, finanziamenti, agevolazioni e deroghe a regole imposte a livello nazionale, così come disciplinato anche nell’articolo 44 della Costituzione Italiana».

La posizione dell’Abruzzo ha trovato ascolto: su impulso di Santangelo, la Commissione ha condiviso la necessità di rivedere complessivamente i parametri previsti e di avviare un approfondimento tecnico per definire criteri più coerenti, flessibili e aderenti alla realtà dei territori montani. Un passaggio che apre la strada a una revisione più ampia della riforma.

«La riforma deve essere uno strumento di equità e sviluppo – ha concluso Santangelo – non un meccanismo che accentua le disuguaglianze. L’Abruzzo continuerà a difendere una visione delle politiche per la montagna che metta davvero al centro i territori più fragili e le comunità che li abitano».

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