Continua sulle pagine dei giornali lo scontro sulle Terme di Caramanico. L’onorevole di Fratelli d’Italia Guerino Testa replica alle dichiarazioni del consigliere regionale democratico Antonio Blasioli: “La verità è che la situazione fallimentare della società che gestiva le terme era nota da molti anni, proprio mentre il PD governava Comune e Regione”
CARAMANICO TERME – Si accende nuovamente lo scontro politico attorno al futuro delle Terme di Caramanico. A intervenire duramente è il deputato pescarese di Fratelli d’Italia Guerino Testa, che respinge con forza le dichiarazioni del consigliere regionale del Partito Democratico Antonio Blasioli, pubblicate questa mattina sulla stampa locale.
«Le dichiarazioni di Blasioli pubblicate oggi su Il Centro sono ridicole e offensive», afferma Testa, bollando come priva di fondamento l’accusa secondo cui il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, nutrirebbe antipatia verso la località termale. «Significa ignorare la sua storia personale e familiare: Marsilio è cresciuto proprio in quel territorio e ha raccontato di quando da bambino il nonno lo portava da bambino con la 600 a prendere l’acqua dalle terme».
Per Testa, l’atteggiamento di Blasioli rientra in una strategia di «polemiche volgari e personali», messe in campo – sostiene – per distogliere l’attenzione dalle responsabilità politiche accumulate dal centrosinistra durante gli anni di governo. «La verità è che la situazione fallimentare della società che gestiva le terme era nota da molti anni, proprio mentre il PD governava Comune e Regione. Invece di affrontare i problemi, il centrosinistra ha lasciato marcire la situazione, privando Caramanico di una prospettiva di sviluppo».
Secondo Testa, quando Marsilio si è insediato, il destino della struttura era già segnato: «Il fallimento era nei fatti. La pandemia ha accelerato la crisi e, dopo il fallimento, la competenza è passata al tribunale». Nonostante ciò, rivendica il parlamentare di FdI, la Regione ha continuato a svolgere il proprio ruolo “residuo”, mettendo a bando le acque termali nella speranza di trovare un imprenditore disposto a rilanciare il complesso.
Rimane però un ostacolo di natura economica: l’attività di liquidazione si basa, secondo Testa, su una valutazione iniziale definita dal deputato “fantasmagorica”, che continua a mantenere un prezzo a base d’asta «almeno doppio rispetto al valore reale del bene», anche dopo otto ribassi. Da qui l’appello a una revisione della perizia «alla luce dell’obsolescenza e del tempo trascorso».
Il deputato non risparmia ulteriori critiche ai dem: “Blasioli e il PD non possono fingere di scoprire oggi ciò che hanno ignorato per anni. Le loro accuse non hanno alcun fondamento e servono solo a coprire le responsabilità di chi ha governato senza mai dare soluzioni».
Testa conclude sottolineando che l’attuale amministrazione regionale è impegnata «a cercare di restituire un futuro alle terme e al territorio», nonostante quella che definisce una “pesante eredità” lasciata dal centrosinistra.