Rifiuti urbani, produzione in aumento ma cresce la differenziata. Abruzzo sopra la soglia del 65% e tra le regioni più virtuose

11 Dicembre 2025
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Presentati dall’ISPRA i dati relativi alla raccolta differenziata

Il rapporto Ispra 2025 conferma l’aumento dei rifiuti urbani in Italia e un miglioramento della raccolta differenziata. L’Abruzzo supera l’obiettivo del 65% e si colloca tra le regioni con performance migliori del Centro-Sud, mentre il Mezzogiorno continua a ridurre il divario con il resto del Paese

ROMA – L’Italia produce più rifiuti urbani ma migliora nella capacità di differenziarli. È quanto emerge dal rapporto Rifiuti urbani 2025 dell’Ispra, presentato oggi, che fotografa un 2024 caratterizzato da un aumento della produzione complessiva e da un ulteriore passo avanti nella raccolta differenziata. In questo quadro nazionale, l’Abruzzo si distingue, superando la soglia del 65% e confermandosi tra le regioni più virtuose del Centro-Sud.

Nel 2024 la produzione nazionale di rifiuti urbani ha raggiunto 29,9 milioni di tonnellate, con un incremento del 2,3%rispetto al 2023. La crescita si inserisce in un contesto economico che ha visto un aumento dello 0,7% sia del Pil sia della spesa per consumi finali. Nei 14 comuni italiani con oltre 200mila abitanti la produzione è cresciuta dell’1,8%.

La raccolta differenziata sale al 67,7% a livello nazionale, con il Nord al 74,2%, il Centro al 63,2% e il Sud al 60,2%. In questo scenario, l’Abruzzo raggiunge il 65,7%, superando l’obiettivo europeo del 65% e posizionandosi davanti a molte regioni meridionali e centrali. A livello nazionale, oltre il 72% dei comuni supera la soglia del 65% e quasi il 90% intercetta più della metà dei propri rifiuti in modo differenziato.

Le migliori performance restano quelle dell’Emilia-Romagna (78,9%) e del Veneto (78,2%), ma l’Abruzzo si colloca in un gruppo di regioni in crescita che comprende anche Marche, Valle d’Aosta, Umbria, Piemonte, Toscana e Basilicata. Tra le grandi città, i livelli più alti di differenziata si registrano a Bologna, Padova, Venezia e Milano; più indietro, seppure in miglioramento, Genova, Roma, Bari e Napoli.

Sul fronte impiantistico, nel 2024 risultano operativi 625 impianti per la gestione dei rifiuti urbani, oltre la metà dedicati alla frazione organica. Il riciclo sale al 52,3%, in crescita rispetto al 50,8% dell’anno precedente, con obiettivi fissati al 55% per il 2025 e al 60% per il 2030. Il trattamento biologico dell’organico raggiunge 7,2 milioni di tonnellate, +3,9% sul 2023.

Diminuisce lo smaltimento in discarica, che rappresenta il 14,8% dei rifiuti prodotti, pari a 4,4 milioni di tonnellate, in calo del 3,7%. Tutti i materiali di imballaggio hanno già raggiunto i target europei 2025: per la prima volta anche la plastica supera l’obiettivo, arrivando al 51,1%.

Sul piano economico, cresce il costo medio annuo per abitante: 214,4 euro, contro i 197 del 2023. Il Centro Italia registra il costo più elevato (256,6 euro), seguito dal Sud (229,2 euro) e dal Nord (187,2 euro). Il Pnrr ha destinato 2,1 miliardi di euro alla gestione dei rifiuti e ai progetti di economia circolare.

Nel 2024 l’Italia ha esportato il 4,3% dei rifiuti urbani prodotti, pari a 1,3 milioni di tonnellate, mentre le importazioni si fermano a 216mila tonnellate. Campania, Lazio e Lombardia sono le regioni che esportano di più; Danimarca, Paesi Bassi e Austria le principali destinazioni.

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