Automotive, Marsilio: “Cinque anni fa criticare il Green Deal era come bestemmiare in una cattedrale. Oggi quelle idee sono condivise da molti Paesi”

11 Dicembre 2025
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Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, in un'intervista esclusiva a Lo Speciale

Nell’intervista esclusiva rilasciata a Lo Speciale in occasione della kermesse di Fratelli d’Italia di Atreju, Marsilio torna a denunciare gli effetti della transizione green e tecnologica sull’automotive

ROMA – «Altri governi di centrosinistra, alcuni tecnici, sono stati in Europa in silenzio quando si stabilivano regole che avrebbero messo in fuorigioco l’industria automobilistica europea». Da questo j’accuse Marco Marsilio sviluppa la sua analisi sul futuro dell’automotive e sulle ricadute per l’Abruzzo. In un’intervista esclusiva rilasciata a Lo Speciale durante i lavori di Atreju dedicati alle autonomie locali, il presidente della Regione mette in fila le sue preoccupazioni per la transizione imposta dall’Unione europea e per il destino dello stabilimento Stellantis di Atessa.

Marsilio rivendica il ruolo svolto negli ultimi anni nei tavoli europei, ricordando di essere stato tra i primi ad avvertire i rischi di una strategia industriale completamente sbilanciata sull’elettrico. «Quando circa 5-6 anni fa esordivo dentro gli organismi europei a Bruxelles dicendo che una certa politica del Green Deal ci avrebbe portato a sbattere sembrava che stessi bestemmiando dentro una cattedrale», ha dichiarato. Oggi, sostiene, quelle posizioni «appartengono a una folta schiera politica e geopolitica» e stanno spingendo diversi Paesi a chiedere una revisione delle direttive, come quella sulla CO₂, rinviata di alcune settimane.

Il presidente sottolinea inoltre il lavoro svolto dall’Abruzzo all’interno del Comitato delle Regioni: «Ho incontrato anche il Commissario europeo per i Trasporti, Apostolos Tzitzikostas, e ho svolto il massimo dell’azione di pressione, di lobbying con il pieno sostegno del governo italiano», ha affermato, criticando gli esecutivi precedenti che, a suo avviso, «sono stati in Europa in silenzio quando si stabilivano regole che avrebbero messo in fuorigioco l’industria automobilistica europea», lasciando spazio «a Tesla o alle auto cinesi che oggi hanno invaso i concessionari».

Secondo Marsilio, gli effetti di quelle decisioni sono già tangibili: un comparto continentale in difficoltà e un mercato sempre più esposto alla concorrenza asiatica. «Il risultato è che noi abbiamo la cassa integrazione ad Atessa», osserva, richiamando l’impatto diretto sui distretti industriali abruzzesi. E aggiunge: «Se ne sono accorti anche in Germania dove chiudono le fabbriche della Volkswagen», citando la crescente preoccupazione tra gli Stati membri e la necessità di una revisione complessiva della strategia europea.

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