Secondo l’elaborazione del Cresa sui dati Istat del primo semestre 2025, gli occupati in Abruzzo aumentano del 2%, più della media italiana. L’assessore Magnacca: “La regione conferma la ripresa, ma serve agire sulle disparità di genere e sull’inattività femminile”
PESCARA – Il mercato del lavoro abruzzese continua a mostrare segnali di ripresa e lo fa con un ritmo superiore a quello nazionale. A confermarlo è il Centro studi Cresa della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia, che ha elaborato i dati Istat relativi al primo semestre 2025. L’Abruzzo registra infatti una crescita tendenziale degli occupati pari al 2%, contro l’1,2% della media italiana.
“Una crescita tendenziale degli occupati che continua a crescere in Abruzzo facendo segnare un più 2 per cento, superiore alla media nazionale (+1,2%). La regione che aveva faticato più di altre aree ad uscire dalla crisi provocata dalla pandemia conferma di essersi riavviata su un percorso positivo”, ha dichiarato l’assessore alle Attività produttive Tiziana Magnacca, commentando l’analisi del Cresa.
Il quadro evidenzia un aumento dell’occupazione soprattutto tra gli over 50, mentre gli inattivi diminuiscono dello 0,3%, un dato in linea con la media nazionale ma meno marcato rispetto al Mezzogiorno. Le persone in cerca di lavoro calano del 15,4%, una contrazione quasi doppia rispetto al dato italiano (-8%) e a quello meridionale (-8,7%). I tassi di attività (67,1) e di occupazione (61,7) risultano sostanzialmente allineati ai valori nazionali e nettamente migliori rispetto a quelli del Sud. La disoccupazione si attesta al 7,8%, superiore al 6,6% dell’Italia ma molto distante dal 12,1% del Mezzogiorno.
Accanto ai segnali positivi, emergono però criticità significative, in particolare sul fronte femminile. “L’analisi del Cresa gennaio-giugno 2025 evidenzia criticità sulla condizione lavorativa delle donne. Tutto ciò spinge la Regione a promuovere ulteriormente le iniziative che ha messo in campo per ridurre le disparità di genere e favorire l’inserimento lavorativo”, ha aggiunto Magnacca, ricordando la partecipazione ai bandi nazionali per i Neet, i tirocini finanziati dalla Regione e le misure attivate con fondi europei.
Le donne inattive sono 172.900, pari al 66% del totale, con un aumento di 2.600 unità rispetto allo stesso periodo del 2024 (+1,5%), mentre tra gli uomini si registra una diminuzione del 3,6%. Le forze di lavoro femminili scendono a 228.000 unità, il 41,5% del totale, con un calo di 3.100 persone su base annua. Tra le donne attive, 209.000 risultano occupate: un incremento di 1.400 unità (+0,7%), un ritmo inferiore sia alla media italiana (+1,4%) sia a quella del Sud e Isole (+2,2%).
Magnacca ha richiamato l’attenzione anche sul segmento giovanile: “Infine, i dati Istat disegnano uno scenario in cui il mercato del lavoro giovanile che include la fascia 15–34 anni, pur essendo su livelli nel complesso lievemente inferiori a quelli nazionali e migliori dei meridionali, mostra, relativamente ai tassi di attività e di occupazione, divari di genere a svantaggio delle donne molto più accentuati del resto del Paese, e un andamento – soprattutto con riferimento alla componente femminile – peggiore di entrambi”.
Nel primo semestre 2025, i nuovi rapporti di lavoro attivati per gli under 30 sono stati 35.600. La maggior parte riguarda contratti a termine, stagionali, intermittenti o di somministrazione, mentre solo una quota minoritaria si concentra su contratti a tempo indeterminato e apprendistato.