Il capogruppo PD in Consiglio regionale, Silvio Paolucci, critica l’assessora alle Attività produttive Tiziana Magnacca per l’analisi sulla crisi dello stabilimento Stellantis di Atessa. “Non servono slogan né capri espiatori, ma proposte concrete e confronto con le parti sociali”
PESCARA – “I problemi gravissimi che attraversano il settore automotive in Europa, in Italia e in Abruzzo, con riferimento particolare allo stabilimento Stellantis di Atessa, dove negli ultimi anni sono andati persi migliaia di posti di lavoro, richiedono conoscenza, analisi approfondita e soprattutto proposte concrete. Per questo considero allarmante la superficialità con cui l’assessora Magnacca è intervenuta sul tema”. Con queste parole il capogruppo PD in Consiglio regionale, Silvio Paolucci, ha replicato all’assessore alle Attività produttive sulla recente analisi della situazione industriale del territorio.
Secondo Paolucci, attribuire la crisi di Atessa alla Fiom e alla “colpa” dell’Europa è “un ragionamento semplicistico e privo di fondamento, da parte di chi peraltro negava persino che ci fosse la crisi”. L’esponente dem ha inoltre sottolineato l’imprecisione nelle dichiarazioni dell’assessore: “Lo stabilimento Stellantis preso a riferimento, infatti, è sì in Polonia, ma non a Tychy, come dichiarato, bensì a Gliwice. Imprecisione grave se si deve parlare di un nodo industriale decisivo per l’Abruzzo”.
Sul tema della transizione verso l’elettrico, Paolucci ha ricordato che “fu inizialmente condivisa dagli stessi grandi produttori, sulla base di previsioni di mercato che poi si sono rivelate differenti. È dunque legittimo valutare tempi e strategie, ma lo si deve fare con serietà, senza inseguire narrazioni strumentali o la ricerca di colpevoli immaginari”.
“Di fronte a uno scenario così complesso – ha concluso – non servono slogan né capri espiatori. Chi governa ha il dovere di assumersi la responsabilità di avanzare proposte, aprire un confronto con le parti sociali e costruire soluzioni. Da parte nostra c’è piena disponibilità a discutere ogni proposta utile, purché si lavori con rigore, competenza e senza approssimazioni”.