Dopo sei giorni di navigazione e maltempo, la nave dell’ong Sos Humanity è giunta in porto. Attivato il piano di accoglienza coordinato dalla Prefettura di Chieti. La coordinatrice delle comunicazioni: “Alcune persone hanno manifestato problemi respiratori e febbre alta. In tanti hanno la scabbia”
ORTONA – È approdata ieri pomeriggio, attorno alle 17, al porto di Ortona la nave Humanity 1 dell’organizzazione non governativa Sos Humanity, con a bordo 85 migranti soccorsi in acque internazionali lo scorso 26 novembre. Tra loro anche diversi minori non accompagnati, provenienti da Pakistan, Bangladesh, Egitto, Marocco e Sudan. L’imbarcazione aveva intercettato un barcone di legno a due piani partito dalla Libia.
Come da protocollo, subito dopo l’attracco è stato attivato il piano operativo coordinato dalla Prefettura di Chieti, che coinvolge protezione civile, 118 e forze dell’ordine per le procedure di sicurezza, identificazione e accertamenti sanitari. Al termine delle verifiche, i migranti saranno trasferiti secondo il riparto disposto dal ministero.
“Alcune persone hanno manifestato problemi respiratori e febbre alta e sono state sottoposte a terapia antibiotica già in navigazione – ha spiegato all’ANSA la coordinatrice delle comunicazioni, Sofia Bifulco, a bordo dell’Humanity 1 –. In tanti hanno la scabbia. Da non sottovalutare, inoltre, gli aspetti psicologici. Molti di loro ci hanno raccontato di aver subito torture e violenze in Libia o nei Paesi di origine. Al momento non ci è stato ancora comunicato quale sarà la destinazione di queste persone”.
La nave ha raggiunto Ortona dopo sei giorni di viaggio, affrontando anche condizioni meteo avverse.
“Ci è stato assegnato un porto sicuro a 1.300 chilometri di distanza dal punto in cui abbiamo effettuato il soccorso in mare. Arriviamo dopo sei giorni di navigazione, abbiamo incontrato anche forte maltempo. Abbiamo chiesto più volte di poter cambiare destinazione – conclude – ma ci è stato ribadito che quella assegnata era Ortona”.