Famiglia nel bosco, Anm replica a Salvini: “No a interferenze sui giudici minorili”

21 Novembre 2025
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La coppia di Palmoli davanti all’abitazione nei boschi, al centro del provvedimento del Tribunale per i minorenni dell’Aquila. Il caso ha generato un acceso dibattito tra Anm e vicepremier Salvini

La sospensione della responsabilità genitoriale disposta dal Tribunale per i minorenni dell’Aquila provoca la dura reazione del vicepremier. L’Associazione magistrati replica: “Decisioni assunte nel rispetto della legge e a tutela dei tre bambini. No a interferenze”

L’AQUILA – È scontro frontale tra il vicepremier Matteo Salvini e la sezione distrettuale dell’Associazione nazionale magistrati dell’Aquila sulla decisione del Tribunale per i minorenni che ha sospeso la responsabilità genitoriale alla coppia che vive con i tre figli nei boschi di Palmoli, nel Chietino. Il provvedimento, adottato a tutela dei minori che abitano in un rudere privo di utenze e in una roulotte, ha scatenato la dura reazione del leader della Lega, che ha definito “vergognoso” l’intervento dello Stato “nel merito dell’educazione privata”.

In una nota ufficiale, la Giunta dell’Anm dell’Aquila definisce «inopportuno ogni tentativo di strumentalizzazione» di un caso tanto delicato, ricordando che «la materia in cui operano le Procure e i Tribunali per i Minorenni merita rispetto e attenzione». I magistrati sottolineano come le valutazioni in ambito minorile richiedano un’elevata cautela, e ribadiscono che il provvedimento adottato rientra nel quadro delle prerogative istituzionali previste dalla legge.

La sezione abruzzese dell’Anm esprime inoltre «piena solidarietà ai colleghi della Procura e del Tribunale per i Minorenni dell’Aquila», divenuti «bersaglio di pesanti critiche» da parte di commentatori e organi di stampa dopo la diffusione del caso della famiglia che vive isolata nel bosco.

Nella parte finale della nota, la Giunta respinge «con forza tutti i tentativi di interferire nell’attività dei magistrati», ricordando che i giudici minorili «rispondono esclusivamente alla legge» e operano «per la tutela dei cittadini, e dei più deboli tra questi».

La vicenda, divenuta rapidamente un caso nazionale, resta ora al centro del dibattito politico e istituzionale, con il corpo giudiziario che rivendica l’autonomia delle proprie decisioni e il rispetto della funzione di garanzia esercitata negli interventi a protezione dei minori.

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