A Isola del Gran Sasso la presentazione dello studio di fattibilità e un confronto pubblico con istituzioni, esperti e cittadini per valutare potenzialità e prospettive del riconoscimento internazionale
TERAMO – Il percorso per portare il Gran Sasso d’Italia tra i Patrimoni Naturali dell’Umanità Unesco torna al centro dell’attenzione grazie al Gal Gran Sasso Laga di Teramo, che ha deciso di rilanciare ufficialmente la candidatura. Il tema sarà al centro dell’incontro pubblico in programma lunedì 24 novembre, alle 15:30, nella Sala Stauros del Santuario di San Gabriele dell’Addolorata a Isola del Gran Sasso, dove è attesa anche una delegazione della Commissione nazionale italiana per l’Unesco.
L’iniziativa nasce dalla spinta del presidente del Gal, Carlo Matone, che già nel febbraio dello scorso anno aveva riportato all’ordine del giorno la proposta di riconoscimento, riemersa in occasione delle polemiche legate all’arrivo della tappa del Giro d’Italia ai Prati di Tivo e alla mancata illuminazione in rosa del versante teramano del massiccio. La candidatura affonda però le sue radici nel 2014, quando l’allora presidente del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, Walter Mazzitti — figura centrale nella promozione del territorio, scomparso prematuramente nel maggio 2020 — avviò il primo percorso ufficiale, raccogliendo anche il sostegno degli ambientalisti di Mountain Wilderness.
Durante l’appuntamento di lunedì verranno illustrati i primi esiti dello studio di fattibilità, affidato a una società specializzata di Ferrara, pensato come base tecnica per aprire un confronto con istituzioni, comunità locali ed esperti scientifici. Come spiegato dal Gal Gran Sasso Laga, l’obiettivo è approfondire “requisiti, potenzialità e prospettive” della candidatura, valorizzando gli elementi che fanno del Gran Sasso un unicum: un patrimonio di biodiversità, con oltre 2.300 specie floristiche e fauna rara e protetta; una storia e un sistema culturale che affondano nelle radici della montagna abruzzese; tradizioni millenarie come la transumanza, riconosciuta dall’Unesco nel 2019 come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.