L’inchiesta è partita dopo un esposto del figlio della vittima: “Andrò avanti senza paura e con il solo scopo di giungere alla verità sul decesso di una donna che stava bene fino al giorno prima della sua inspiegabile e inaccettabile morte”
AVEZZANO – Un’inchiesta è stata aperta sul decesso di una 75enne morta lo scorso giugno all’ospedale di Avezzano dopo lunghe ore trascorse in barella al pronto soccorso. A far scattare il procedimento è stato l’esposto del figlio, Francesco Capozza, che parla apertamente di malasanità: «Mia madre è morta per negligenza ospedaliera e sono certo che la giustizia, in cui come sempre confido, farà luce su quanto realmente accaduto nelle ultime 24 ore di vita di mia madre».
Capozza spiega che sono state riscontrate diverse anomalie già dalla lettura della documentazione ospedaliera. In particolare, racconta come nella cartella clinica relativa alla degenza in pronto soccorso si riporti che la donna è stata trattenuta 36 ore, mentre secondo quanto asserito dal figlio, la 75enne vi sarebbe rimasta per 72 ore.
Adesso toccherà al medico legale nominato e ai periti che saranno invece incaricati dal pm «far luce sulle evidenti e incontrovertibili discrepanze tra quanto asserito dal primario, che ho denunciato personalmente per il suo operato e per le successive mendaci dichiarazioni, e la realtà dei fatti».
l figlio ribadisce la volontà di proseguire la battaglia giudiziaria, che considera necessaria non solo per sua madre ma anche per le «tantissime persone vittime di malasanità». E conclude con un appello: «In Abruzzo la situazione della sanità è drammatica se questa battaglia potrà risvegliare le coscienze, avrò fatto la cosa giusta».