La 44enne, già condannata in passato, era in affidamento in prova ai servizi sociali. La Procura distrettuale di L’Aquila indaga per riduzione in schiavitù e sfruttamento lavorativo
CHIETI – Una donna di 44 anni della provincia di Chieti, titolare di un bar, è stata arrestata con l’accusa di aver ridotto in condizioni di schiavitù una giovane dipendente, costretta a lavorare per turni estenuanti che arrivavano fino a 24 ore consecutive, senza riposi e sotto costante sorveglianza.
L’indagine, coordinata dalla Procura distrettuale di L’Aquila, ha portato all’emissione dell’ordinanza di arresto e alla revoca dell’affidamento in prova ai servizi sociali concesso alla donna lo scorso giugno. Secondo quanto appreso, la 44enne, già condannata in via definitiva a un anno e tre mesi di reclusione dai Tribunali di Lanciano e Chieti per sostituzione di persona e falsa dichiarazione resa ai Monopoli di Stato, avrebbe violato le condizioni imposte dal provvedimento, commettendo il nuovo reato per il quale ora è indagata.
Le accuse delineano un quadro di sfruttamento continuativo e oppressivo: la barista sarebbe stata costretta a lavorare da 15 a 18 ore al giorno, in alcuni casi anche per 24 ore consecutive, senza giorni di riposo e in condizioni definite “di assoluto sfruttamento”. La titolare avrebbe anche installato una telecamera per sorvegliarla costantemente, controllando ogni momento della sua giornata lavorativa. La misura cautelare è stata eseguita con il trasferimento della donna nel carcere di Chieti, dove resta a disposizione dell’autorità giudiziaria.