Nel 55% dei ragazzi la passione per i libri e la cultura, ma la regione resta senza posti letto di Neuropsichiatria infantile. In aumento il disagio mentale e la povertà educativa
CHIETI – Gli adolescenti abruzzesi leggono più della media nazionale, frequentano teatri e concerti, ma vivono in una regione dove mancano strutture per affrontare il disagio psichico giovanile. È il quadro che emerge dalla 16ª edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio in Italia, dal titolo “Senza filtri”, curato da Save the Children e diffuso a pochi giorni dalla Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
In Abruzzo il 55,6% dei ragazzi legge libri al di fuori di quelli scolastici (contro il 53,8% nazionale), il 46,3% ha visitato musei o mostre e il 40% è andato a teatro, registrando valori in linea o superiori alla media italiana. Anche la partecipazione sportiva è significativa: solo il 14,7% non pratica alcun tipo di attività fisica, un dato migliore rispetto al 18,1% nazionale. Numeri che raccontano un adolescenza vivace, curiosa e culturalmente attiva.
Ma la fotografia cambia se si guarda al mondo della salute mentale. L’Abruzzo è tra le poche regioni italiane a non disporre di posti letto in Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (NPIA), mentre il sistema di presa in carico “post ricovero” – centri diurni, comunità terapeutiche semiresidenziali o residenziali – è in grave sofferenza. Una carenza strutturale che pesa in modo crescente, in un momento in cui in Italia gli accessi in pronto soccorso per disturbi mentali tra i minori sono saliti a 64.319 nel 2023.
Anche la scuola restituisce segnali di fragilità: il tasso di dispersione implicita regionale si attesta intorno al 9%. Le famiglie con un solo figlio rappresentano il 30,6%, segno di una demografia sempre più fragile. Nel complesso, il 26,1% degli adolescenti italiani tra gli 11 e i 15 anni è a rischio povertà o esclusione sociale; in Abruzzo, dove i 13-19enni sono il 6,5% della popolazione, il rischio si accentua nelle aree interne e tra le famiglie a basso reddito.
“L’Atlante fotografa le tante, diverse adolescenze vissute in Italia da una generazione segnata dal Covid – afferma Raffaela Milano, direttrice del Polo ricerche di Save the Children –. Le disuguaglianze economiche, educative e sociali si fanno più pesanti proprio in questa fase cruciale della crescita. È necessario colmare i divari e garantire a tutti gli adolescenti l’opportunità di studiare, fare sport e sperimentarsi, come loro stessi ci chiedono.”