Temperature scese fino a tre gradi e cartoni al posto dei letti: è questa la situazione di una trentina di migranti al freddo all’Aquila, costretti a dormire nei sottopassi e negli angoli dei parcheggi cittadini. Le coperte che usavano per ripararsi dal gelo sono scomparse
L’AQUILA – Migranti al freddo all’Aquila, in assenza di posti disponibili nei centri d’accoglienza del capoluogo o nel resto d’Abruzzo, trascorrono le notti nel sottopasso della Fontana Luminosa o negli spazi seminterrati vicini alla Questura. “Non ci sono posti, dobbiamo aspettare”, ripetono ogni giorno alla mensa di Piazza d’Armi, dove riescono a ottenere un pasto caldo a pranzo e a cena e qualcosa per la colazione. Poi tornano a cercare un angolo riparato dal vento.
Le coperte erano state sistemate con ordine, ma al loro ritorno dalla mensa i migranti non le hanno trovate, erano sparite. “Ce le hanno portate via mentre mangiavamo”, raccontano. Sono per lo più giovani, provenienti dal Pakistan e dall’Afghanistan. Molti spiegano di essere arrivati all’Aquila dopo aver letto messaggi e post sui social che indicavano la città come un luogo dove “le procedure sono più facili.”
Sui loro telefoni mostrano messaggi in urdu e screenshot di video circolati su TikTok e altre piattaforme. Da settimane, un video in lingua pashtu, poi rimosso dal suo autore, descriveva L’Aquila come una città accogliente per chi vuole avviare l’iter per l’asilo. Ma non è l’unico contenuto di questo tipo.
Intorno a questa emergenza umanitaria si è mossa una rete spontanea di solidarietà. Don Osman Prada, parroco di Roio, ha organizzato una distribuzione di conforto per i migranti al freddo all’Aquila. Il centro sociale Torrione San Francesco ha avviato una raccolta di coperte e vestiti pesanti, mentre diversi cittadini stanno donando sacchi a pelo e giacconi.