Si allarga l’inchiesta sulle microcamere nascoste nei 12 appartamenti del centro storico dell’Aquila, dopo il ritrovamento di decine di dispositivi di registrazione in diverse abitazioni affittate a studenti, professionisti e allievi della Scuola ispettori e sovrintendenti della Guardia di Finanza
L’AQUILA – Nelle ultime ore, altre persone avrebbero sporto denuncia, portando a circa quindici il numero complessivo degli inquilini che avrebbero segnalato la presenza di telecamere occultate, in particolare nei bagni e nelle camere da letto. Le perquisizioni, coordinate dalla Procura della Repubblica dell’Aquila, hanno portato al sequestro di numerosi dispositivi elettronici, computer, schede di memoria e materiale informatico, oltre a circa 80mila euro in contanti, ritrovati nell’abitazione e nel garage del proprietario 56enne degli immobili, attualmente indagato per interferenze illecite nella vita privata.
Gli investigatori della Squadra Volante e della Polizia scientifica stanno ora verificando la funzionalità delle microcamere e il possibile collegamento dei sistemi a reti esterne o piattaforme online. Le analisi forensi, affidate alla Polizia postale, dovranno chiarire se le immagini siano state semplicemente registrate o se siano state trasmesse o condivise in rete.
L’indagine è partita lo scorso 27 ottobre, a seguito della denuncia di una giovane inquilina che aveva notato uno strano riflesso nello specchio del bagno, all’interno del quale la Polizia ha scoperto una microcamera con trasmettitore wireless. Da quel primo ritrovamento, la Squadra Volante, coordinata dalla Comandante Benedetta Mariani, ha esteso i controlli all’intera palazzina, scoprendo altri dispositivi installati con cura e difficili da individuare.
Gli appartamenti, quasi tutti nello stesso edificio, erano affittati tramite annunci pubblicati su piattaforme social, in particolare su un gruppo Facebook dedicato agli affitti per studenti all’Aquila. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’uomo rispondeva solo ai messaggi di ragazze, con formule apparentemente cordiali ma mirate alla selezione delle inquiline.
Le verifiche proseguono per accertare da quanto tempo i dispositivi fossero in funzione e quante persone siano state effettivamente riprese. Al momento non risulta che le immagini siano state diffuse, ma non si esclude alcuna ipotesi, inclusa quella di un utilizzo illecito del materiale.