L’Aquila, flash mob davanti alle macerie di Palazzo Carli per chiedere la ricostruzione dell’ex sede universitaria

1 Novembre 2025
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Un gruppo di cittadini davanti alle macerie di Palazzo Carli, in piazza Rivera, durante il flash mob promosso per chiederne la ricostruzione

Un gruppo di cittadini, docenti ed ex studenti si è ritrovato dinanzi a Palazzo Carli, in piazza Rivera, per chiedere la ricostruzione dell’ex sede dell’Università dell’Aquila. L’iniziativa è nata da un appello lanciato sui social dall’ex rettore Ferdinando Di Orio

L’AQUILA – Un flash mob davanti alle macerie di Palazzo Carli, in piazza Vincenzo Rivera, per accendere i riflettori sullo stato di abbandono dell’ex sede dell’Università dell’Aquila, la prima d’Abruzzo. È l’iniziativa posta in essere da un gruppo di cittadini, docenti ed ex studenti, su impulso dell’ex rettore Ferdinando Di Orio, che nei giorni scorsi aveva lanciato sui social un appello per sollecitare la ricostruzione dello storico edificio.

L’invito è stato accolto da numerose persone che si sono ritrovate questa mattina davanti al palazzo, ancora ridotto a un cumulo di macerie a sedici anni dal sisma del 2009. Nel corso dell’incontro il professor Di Orio ha ripercorso la storia dell’edificio, sottolineandone il grande prestigio nella vita culturale e accademica della città.

Durante il flash mob, i partecipanti hanno annunciato la costituzione di un comitato di cittadini “pronti a porre in essere tutte le iniziative necessarie a richiedere il restauro di quella che può essere considerata la culla dell’istituzione più importante della città, la grande Università dell’Aquila”.

“Il centro storico dell’Aquila – si legge in una nota – deve riappropriarsi dei luoghi pubblici, spazi da sempre della cultura e della conoscenza, scuole ed università, spazi delle istituzioni che hanno fatto grande la nostra Città. Abbandonare alla decadenza ed alla dimenticanza queste vestigia del passato contribuisce al triste ridimensionamento del nostro Capoluogo di Regione che recentemente con il declassamento dell’Ufficio delle Dogane a vantaggio di Pescara, ha subito un duro colpo dal governo Meloni”.

“Se saremo davvero capitale della cultura 2026 – prosegue la nota – non dipenderà da qualche spettacolo in più, ma dipenderà soprattutto dal saper offrire una identità culturale forte e radicata nei suoi luoghi e spazi”.

I cittadini assicurano, inoltre, che quello di questa mattina rappresenta solamente il primo di una serie di iniziative volte a sollecitare tutte le istituzioni a riconsegnare alla città gli spazi storici e simbolici della città, a partire proprio da Palazzo Carli.

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