Mobbing sul posto di lavoro, il Comune di Sant’Egidio condannato a risarcire un’agente della Municipale

28 Ottobre 2025
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Per circa dieci anni la dipendente avrebbe subito comportamenti ostili e vessatori: riconosciuti quasi 45 mila euro di danni oltre a interessi e spese processuali

SANT’EGIDIO ALLA VIBRATA – Il Tribunale di Teramo ha condannato il Comune di Sant’Egidio alla Vibrata per mobbing nei confronti di una dipendente, agente di Polizia Municipale, riconoscendo che per circa dieci anni è stata sottoposta a comportamenti ostili e vessatori nell’ambiente di lavoro. Il prolungato clima ostile ha avuto serie ripercussioni sulla salute della dipendente, alla quale è stato diagnosticato un disturbo ansioso-depressivo reattivo cronico.

La vicenda affonda le sue radici nel dicembre 2010, quando l’agente effettuò un controllo che portò ad accertare un’irregolarità nell’utilizzo di servizi comunali da parte del figlio di un dirigente dell’Ente. Da quel momento, secondo la ricostruzione riportata in sentenza, sarebbe iniziata una lunga serie di azioni persecutorie da parte dei vertici comunali.

Tra gli episodi più significativi emersi nel giudizio figurano denunce penali e procedimenti disciplinari poi archiviati, oltre a quasi quattro anni di mansioni superiori svolte senza formale nomina né adeguata retribuzione nel ruolo di comandante della Polizia Municipale. Il suo rifiuto di assumere incarichi privi di legittimazione ha portato anche a una sanzione disciplinare di due mesi, poi annullata dal Tribunale. A ciò si sarebbero aggiunte forme di isolamento e boicottaggio lavorativo, come l’accesso indebito alla corrispondenza riservata e la disattivazione di strumenti necessari allo svolgimento delle attività d’ufficio.

Riconosciuta la violazione degli obblighi di tutela dell’integrità psicofisica del lavoratore, il giudice ha stabilito per la dipendente un risarcimento di 44.729 euro, oltre agli interessi legali e alle spese

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