Seduta rinviata per mancanza del numero legale. L’opposizione accusa il centrodestra di fuga politica, la maggioranza avverte: “Violenza verbale inaccettabile, servono rispetto e responsabilità”
L’AQUILA – Il Consiglio comunale dell’Aquila si è concluso con un nulla di fatto e uno strappo politico che segna un nuovo livello di tensione tra maggioranza e opposizione. Al centro dello scontro, il futuro del presidio cittadino dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ma anche il clima interno all’aula, che ha portato al rinvio della seduta per mancanza del numero legale.
La giornata si è aperta con un gesto simbolico da parte dei consiglieri di opposizione, che hanno esposto uno striscione con la scritta “Biondi, parlaci delle Dogane”, chiedendo al sindaco chiarimenti sul trasferimento delle competenze a Pescara. “Solidarietà ai lavoratori e ai sindacati – hanno dichiarato in una nota congiunta – ma anche determinazione nel difendere un presidio strategico per il territorio, che rischia di essere cancellato nel silenzio generale.”
Secondo i consiglieri Paolo Romano, Stefano Albano, Lorenzo Rotellini, Stefania Pezzopane, Simona Giannangeli, Elia Serpetti, Alessandro Tomassoni, Enrico Verini, Gianni Padovani, Emanuela Iorio, Massimo Scimia e Stefano Palumbo, il sindaco Pierluigi Biondi avrebbe evitato di affrontare il tema, preferendo “parlare di tutto fuorché delle Dogane” e ricorrendo a “provocazioni e attacchi personali”. “La maggioranza – accusano – è entrata in aula, ha preso il gettone e ha fatto rinviare il consiglio senza discutere nemmeno uno dei punti all’ordine del giorno.”
Di tutt’altro avviso i capigruppo di maggioranza che denunciano “gravi episodi di violenza verbale” da parte dell’opposizione. “Dopo aver preteso di ascoltare il sindaco – si legge nella nota firmata da Leonardo Scimia (Fratelli d’Italia), Daniele Ferella (Lega), Alessandro Maccarone (L’Aquila Protagonista), Fabio Frullo (UDC) e Daniele D’Angelo (Forza Italia) – alcuni esponenti dell’opposizione hanno scelto di urlargli contro in modo offensivo e irrispettoso, impedendogli di parlare.”
La decisione di non proseguire la seduta, spiegano i capigruppo, è stata “un atto di responsabilità” per ristabilire un clima di rispetto istituzionale. “Il confronto politico è e sarà sempre parte della vita democratica – aggiungono – ma le offese e le aggressioni verbali non appartengono a quel confronto e le respingiamo con fermezza al mittente.”
Il caso Dogane, intanto, resta aperto. I sindacati hanno avviato lo stato di agitazione e chiesto di essere ricevuti dal Prefetto. L’opposizione chiede una proroga dell’entrata in vigore della riforma e una revisione complessiva dell’impianto. “L’Aquila non può diventare una sede periferica svuotata di competenze e centralità”, avvertono. Ma per ora, il dibattito resta sospeso.