Abruzzo, cartelle esattoriali non riscosse per 24,7 miliardi: pesa l’1,9% sul totale nazionale

26 Ottobre 2025
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In questo quadro, la Regione Abruzzo ha già cancellato cartelle per 1,8 milioni aderendo alla rottamazione-quater

PESCARA – Le rottamazioni fiscali sono una costante della politica tributaria italiana, ma il rischio è che diventino un’attesa ciclica per i contribuenti, minando la regolarità degli adempimenti. È l’allarme lanciato dal commercialista pescarese Luca Orsini, interpellato sul tema alla luce dei nuovi dati nazionali.

Secondo la memoria del Dipartimento delle Finanze al Senato, aggiornata al 31 gennaio 2024, il carico residuo delle cartelle esattoriali in Abruzzo ammonta a 24,75 miliardi di euro, pari all’1,9% del totale nazionale (1.272,90 miliardi). Numeri che alimentano le riflessioni di Orsini: da un lato il vantaggio oggettivo per i contribuenti che possono regolarizzare la propria posizione pagando solo l’importo originario, senza sanzioni e interessi; dall’altro, un effetto distorsivo sulla compliance fiscale.

Lo schema delle sanatorie — dalla prima con il governo Renzi nel 2016, passando per Gentiloni, Conte e l’attuale esecutivo Meloni — secondo Orsini è diventato un “elemento quasi fisiologico” del sistema. “Ogni rottamazione rischia di diventare l’anticamera della successiva”, osserva, “invece di rappresentare una misura eccezionale”.

Nella platea dei beneficiari rientra anche la Regione Abruzzo che, come annunciato lo scorso anno dall’assessore al Bilancio Mario Quaglieri, ha aderito alla rottamazione-quater, cancellando le cartelle notificate all’ente e al Ciapi Abruzzo Formazione (chiuso nel 2020), con un risparmio di oltre 1,8 milioni di euro.

Un vantaggio immediato, sì, ma che secondo Orsini deve far riflettere: “Continuare su questa strada rischia di indebolire la fiducia nel sistema fiscale e incentivare il mancato pagamento in attesa di nuovi condoni”.

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