In Abruzzo cresce il consumo di suolo: +0,59% in un anno, tra i dati peggiori d’Italia

24 Ottobre 2025
1 minuto di lettura

Cemento e impianti fotovoltaici a terra avanzano su aree agricole e costiere. In tutta Italia perse oltre 3.700 ettari di verde nel 2024

ROMA – L’Abruzzo è tra le regioni italiane che contribuiscono a evidenziare i dati in aumento sul consumo del suolo. Nel 2024 la regione fa registrare un aumento del consumo di suolo pari a +0,59%, tra i più alti in Italia, superata solo da Sardegna (+0,83%) e seguita da Lazio (+0,56%) e Puglia (+0,52%). Numeri che raccontano una trasformazione profonda, dove cemento e nuove infrastrutture continuano a erodere aree naturali e agricole, spesso lungo la costa e nelle pianure interne.

Il dato abruzzese si inserisce in un quadro nazionale che vede 15 regioni oltre la soglia del 5% di territorio ormai impermeabilizzato, con punte in Lombardia (12,22%), Veneto (11,86%) e Campania (10,61%). L’Emilia-Romagnaguida la classifica del consumo annuale con oltre 1.000 ettari di suolo perso, seguita da Lombardia, Puglia, Sicilia e Lazio.

A livello nazionale, la mappa del degrado ambientale mostra una tendenza chiara: il consumo di suolo cresce soprattutto lungo le fasce costiere – dove nei primi 300 metri dal mare il suolo occupato è più del triplo rispetto al resto d’Italia (22,9%) – e nelle pianure agricole vicine ai centri urbani. Anche nelle città, le aree verdi continuano a ridursi: nel 2024 si sono persi oltre 3.750 ettari di spazi naturali.

Non risparmiano questa pressione neppure le aree protette, dove l’impermeabilizzazione avanza di altri 81 ettari, in gran parte all’interno dei parchi naturali nazionali e regionali. All’interno dei siti Natura 2000, la crescita delle superfici artificiali è di 192,6 ettari, con un incremento del 14% rispetto al 2023.

A incidere in modo crescente sul paesaggio è anche la corsa alle installazioni fotovoltaiche a terra, che nel 2024 hanno occupato oltre 1.700 ettari, quattro volte di più rispetto all’anno precedente. L’80% di questi impianti è sorto su aree agricole, con i valori più alti in Lazio (443 ettari), Sardegna (293) e Sicilia (272). Una tendenza che si affianca a quella legata allo sviluppo logistico e dei data center, che dal 2006 a oggi ha già ricoperto oltre 6.000 ettari di suolo, con i principali incrementi in Emilia-Romagna, Piemonte e Lombardia.

L’Abruzzo, pur restando una regione con ampie aree verdi e parchi naturali, non è immune da queste dinamiche: la crescita del consumo di suolo e l’espansione di impianti energetici e infrastrutture sollevano interrogativi sempre più urgenti sulla gestione del territorio e la tutela del paesaggio, uno dei patrimoni più preziosi della regione.

Altro da

Non perdere