Lo chef del Reale di Castel di Sangro premiato con il massimo punteggio nella Guida Ristoranti d’Italia 2026 accanto a Bottura e Crippa. “La cucina italiana non è mai stata così in salute”
ROMA – La cucina italiana si conferma in piena forma e con uno sguardo sempre più internazionale. La Guida Ristoranti d’Italia 2026 del Gambero Rosso premia con il massimo punteggio – 97 centesimi – tre protagonisti assoluti della scena gastronomica: Massimo Bottura (Osteria Francescana, Modena), Enrico Crippa (Piazza Duomo, Alba) e Niko Romito (Reale, Castel di Sangro). Un terzetto di testa che incarna visione, rigore e capacità di innovare senza tradire le radici.
“Cerco tutti i giorni di trovare il gesto perfetto, col genio che è dentro di me che è sempre inquieto, in movimento”, ha dichiarato Crippa. “Girando per il mondo e parlando coi tanti clienti credo che non si sia mangiato così bene quanto in questo momento in Italia. In salute la cucina italiana è messa molto bene.”
Romito, riconfermato per il nono anno consecutivo tra i migliori, ha condiviso l’analisi del collega: “Sono d’accordo con Enrico: la cucina italiana non è mai stata così in salute. Si sta perdendo provincialismo e la cosa più interessante è che i giovani talenti non cercano teatralità ma isolamento e specializzazione.”
A Castel di Sangro, il riconoscimento è stato accolto con orgoglio. “Il Gambero Rosso riconferma per la nona volta Niko Romito tra i tre migliori chef d’Italia. A Castel di Sangro Niko continua a scrivere la storia della gastronomia italiana, radicata nella tradizione ma proiettata verso il futuro attraverso l’innovazione”, ha commentato il sindaco e presidente della Provincia dell’Aquila, Angelo Caruso. “Il talento e la visione di Niko riportano l’Abruzzo e Castel di Sangro ai vertici della cucina italiana. Il suo successo è simbolo di una comunità che cresce e guarda lontano.”
Nel complesso, sono 55 i ristoranti premiati con le Tre Forchette. Tra le nuove entrate: Contrada Bricconi (Bergamo), Il Luogo Aimo e Nadia (Milano), Villa Maiella (Guardiagrele), Zia (Roma) e Marotta (Castel Campagnano). A sorpresa, il titolo di “Ristorante dell’anno” va alla trattoria La Madia di Brione, nel bresciano, dove Michele Valotti “ha trasformato un repertorio classico in un laboratorio contemporaneo di ricerca e invenzione continua”, come sottolinea il direttore del Gambero Rosso Lorenzo Ruggeri.
La guida premia anche l’eccellenza italiana all’estero: il Clara Restaurant di Bangkok, fondato dallo chef pugliese Christian Martena e dalla maitre Clara Del Corso Martena, è il “Miglior ristorante italiano all’estero”. Tra gli altri riconoscimenti: Arso (Orvieto) è la “Novità dell’anno”, Andrea De Lillo (Nin, Brenzone sul Garda) è il “Cuoco emergente”, mentre Clizia Zuin (Atto, Firenze) è la “Miglior sommelier”.
“In questi 30 anni di lavoro abbiamo creato una grande famiglia – ha ricordato Bottura – e sento sempre anche i ragazzi che sono usciti dal nostro laboratorio di pensiero. A tutti consiglio di continuare a viaggiare con curiosità per poi esprimere la propria cucina.”
La ristorazione italiana, osserva Ruggeri, “non conosce confini netti, rompe la formalità e rimette al centro il gesto più tipicamente italiano: la condivisione a tavola.” Un mosaico in evoluzione, dove le osterie di provincia restano presidio sociale, con 49 indirizzi premiati coi Tre Gamberi.