Il sindaco dell’Aquila e presidente di Anci Abruzzo interviene alla Settimana europea delle Regioni e delle Città. Al centro del dibattito: coesione, bilancio UE e contrasto allo spopolamento
BRUXELLES – “Finalmente anche in Europa si comincia a parlare in maniera chiara e autorevole di restanza, di aree interne e del diritto a vivere nei propri territori.” Con queste parole Pierluigi Biondi, sindaco dell’Aquila e presidente di Anci Abruzzo, ha commentato l’intervento di Kata Tutto, presidente del Comitato europeo delle Regioni, in occasione dell’apertura della Settimana europea delle Regioni e delle Città, durante la presentazione del rapporto annuale sullo “Stato delle Regioni e delle Città 2025”.
Un tema, quello della restanza, che da anni anima il dibattito nei piccoli comuni italiani e che ora trova spazio anche nel cuore delle istituzioni europee. Il documento presentato a Bruxelles evidenzia i rischi legati alla proposta della Commissione europea sul prossimo bilancio 2028-2034, che potrebbe indebolire il rapporto diretto tra Unione e territori, favorendo una centralizzazione nazionale dei fondi.
Biondi, presente nella capitale belga con il gruppo ECR, ha partecipato all’incontro con la delegazione italiana del Comitato europeo delle Regioni e con il vicepresidente esecutivo della Commissione, Raffaele Fitto. Nella giornata di oggi è intervenuto alla 168esima sessione plenaria europea sul Multiannual Financial Framework Resolution, il quadro finanziario dell’UE 2021-2027.
“La semplificazione non deve significare centralizzazione – ha dichiarato Biondi, riprendendo le parole di Kata Tutto – perché sarebbe un grave errore promuovere soluzioni universali che non tengono conto delle specificità locali. La coesione ha senso solo se tutte le Regioni sono sostenute in modo equilibrato e differenziato, senza penalizzare chi vive in contesti fragili e periferici.”
Il sindaco ha poi rilanciato il tema dello spopolamento e dell’inverno demografico, sottolineando la necessità di strumenti concreti per sostenere chi ha scelto di restare nei piccoli comuni e per incentivare nuovi progetti di vita e impresa nei paesi di montagna. “Il destino di questi territori è indissolubilmente legato a quello delle città medie – ha aggiunto – che devono tornare al centro della politica di coesione, diventando poli attrattivi e solidali, capaci di garantire istruzione, sanità, lavoro, mobilità e connessioni digitali anche per i territori circostanti.”
Infine, Biondi ha ribadito la necessità di superare la frammentazione delle politiche e semplificare l’accesso ai fondi europei, troppo spesso ostacolati dalla burocrazia. “Rimanere nei propri territori – ha concluso – deve essere un diritto garantito a tutti, non una scelta. La legge sulla montagna recentemente approvata in Italia è un passo importante, ma serve un impegno comune, anche a livello europeo, per dare nuova vitalità alle aree montane e interne.”