La Cassazione ha annullato le assoluzioni e rimesso in discussione la mancata Carta valanghe. Prescritti invece i reati di omicidio colposo per l’ex sindaco di Farindola e altri tre imputati
PESCARA – Otto anni dopo la tragedia di Rigopiano, costata la vita a 29 persone, la vicenda torna in aula. Domani a Perugia inizia l’appello bis disposto dalla Cassazione, che ha annullato la sentenza di secondo grado e rimesso a giudizio sei funzionari e dirigenti della Regione Abruzzo, accusati di disastro colposo per la mancata Carta pericolo valanghe.
A comparire davanti ai giudici saranno i funzionari Carlo Giovani, Carlo Visca, Emidio Primavera e i dirigenti Vincenzo Antenucci, Sabatino Belmaggio e Pierluigi Caputi, assolti nei precedenti gradi.
Per l’ex sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, il tecnico comunale Enrico Colangeli, l’ex dirigente provinciale Paolo D’Incecco e l’ex responsabile viabilità Mauro Di Blasio, le condanne sono state invece annullate ma i reati di omicidio colposo risultano prescritti, salvo rinunce.
Il nodo principale resta la Carta valanghe, prevista da una legge del 1992 ma mai realizzata.
Secondo la Procura di Pescara – con Giuseppe Bellelli, Andrea Papalia e Anna Benigni – quello strumento avrebbe potuto evitare la tragedia. La Cassazione, nella sentenza di dicembre 2024, ha sottolineato che se fosse esistita la Carta, l’hotel non sarebbe stato ampliato o aperto in inverno, e la zona messa in sicurezza. Il 18 gennaio 2017, invece, la struttura era isolata da una strada impraticabile, in piena emergenza neve, con paesi senza luce e mezzi bloccati, tra cui quello di Farindola, guasto da giorni.
La decisione dei giudici romani riporta al centro le responsabilità regionali e ha rappresentato un sollievo morale per i familiari delle vittime.
Sono 38 le parti civili costituite, oltre a Ministero della Giustizia, Regione Abruzzo, Comune di Farindola, Provincia di Pescara, Acu Abruzzo, Inail, Anmil, Codacons e Cittadinanza Attiva.
Il processo si terrà con discussione orale, e ogni parte potrà intervenire in aula.
La Corte prevede una o più udienze a settimana. Domani la prima, con la relazione del giudice relatore e l’intervento della Procura generale. Dopo le pronunce di Pescara, L’Aquila e Cassazione, il caso Rigopiano approda a Perugia, dove i giudici torneranno a esaminare quello che i consulenti definirono un “evento complesso”: una combinazione di neve, maltempo e 524 scosse di terremoto in 24 ore, la tempesta perfetta che travolse l’hotel e 29 vite.