Il TAR Abruzzo blocca la caccia ai tordi oltre il 10 gennaio: accolta la linea delle associazioni ambientaliste

9 Ottobre 2025
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il TAR Abruzzo accoglie parzialmente ricorso delle associazioni ambientaliste: no cacciai ai tordi oltre il 10 gennaio

Sospesa la proroga regionale alla stagione venatoria per tordo bottaccio, sassello e cesena. Il TAR accoglie il ricorso di LNDC Animal Protection e Stazione Ornitologica Abruzzese, in difesa della fauna selvatica e della scienza

PESCARA – Una battuta d’arresto netta per le politiche venatorie della Regione Abruzzo. Il Tribunale amministrativo regionale ha accolto la richiesta presentata da LNDC Animal Protection e Stazione Ornitologica Abruzzese, sospendendo in via cautelare l’estensione della stagione di caccia ai tordi prevista nel calendario venatorio 2025/2026.

Nello specifico, il TAR ha bloccato la possibilità di cacciare cesena e tordo sassello fino al 31 gennaio e il tordo bottaccio fino al 19 gennaio, riportando la chiusura al 10 gennaio, in linea con le indicazioni fornite da ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).

Nel dispositivo si legge che, “per le specie turdidi (tordo bottaccio, tordo sassello e cesena), non siano giustificate le previsioni del calendario venatorio regionale adottate in difformità al parere ISPRA”, sottolineando che “le predette difformità non sono giustificate da motivazioni scientifiche sufficienti a superare le considerazioni dell’ISPRA”.

Secondo l’istituto tecnico, la migrazione prenuziale del tordo bottaccio ha inizio già a metà gennaio, ed è proprio questo il periodo in cui, in base alla normativa comunitaria, ogni attività venatoria deve cessare.

Le reazioni: “Una decisione di grande rilievo”

Soddisfazione da parte delle associazioni ambientaliste, che sottolineano l’importanza della pronuncia in termini di legalità e tutela faunistica.
È una decisione di grande rilievo perché riafferma il principio che la gestione della fauna deve basarsi su criteri scientifici e non su pressioni politiche o interessi di parte”, ha dichiarato Michele Pezone, responsabile diritti animali di LNDC Animal Protection, che ha seguito il ricorso insieme all’avvocato Herbert Simone.

Per le due organizzazioni ricorrenti, si tratta di un passaggio significativo anche per il rispetto delle normative europee in materia di biodiversità.

La giunta regionale continua a essere inadempiente nella raccolta dei dati e nel monitoraggio della fauna. Servirebbe maggiore cautela invece di scorciatoie anti-scientifiche”, hanno commentato Augusto De Sanctis e Massimo Pellegrini della Stazione Ornitologica Abruzzese.

La sentenza e i prossimi passi

Il TAR ha fissato la discussione di merito per l’11 marzo 2026. Nel frattempo, oltre alla sospensione cautelare delle disposizioni contestate, il tribunale ha condannato la Regione Abruzzo e la Federazione Italiana della Caccia al pagamento di 2.000 euro complessivi per le spese processuali.

Il TAR ha riconosciuto che la Regione si è discostata senza una valida giustificazione scientifica dal parere tecnico fornito da ISPRA, secondo il quale già dalla seconda decade di gennaio ha inizio la migrazione prenuziale di queste specie. Di conseguenza, secondo la normativa comunitaria, in quel periodo l’attività venatoria deve essere sospesa.


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