Secondo l’ottavo rapporto Gimbe sul Servizio sanitario nazionale, la Regione è al 18° posto per adempimento dei Livelli essenziali di assistenza e resta “inadempiente” in due delle tre aree monitorate. Pd: “Quadro impietoso”. La replica dell’assessore Verì: “Pd spaccia per reali numeri riferiti a stime”
L’AQUILA – L’Abruzzo risulta ancora tra le regioni inadempienti sui Livelli essenziali di assistenza (Lea) e scivola agli ultimi posti della classifica nazionale. Nel 2024, secondo il rapporto Gimbe, il 12,6% dei cittadini – circa 160 mila persone – ha dichiarato di aver rinunciato ad almeno una prestazione sanitaria, contro una media italiana del 9,9%, con un peggioramento di oltre tre punti percentuali rispetto all’anno precedente.
Il quadro tracciato dall’ottavo rapporto della Fondazione di ricerca, formazione e informazione scientifica evidenzia, inoltre, un peggioramento complessivo rispetto al 2022, con un punteggio totale di 182 su 300 e un calo di due punti in un solo anno. Solo l’area dell’assistenza ospedaliera raggiunge la soglia di sufficienza, mentre restano in ritardo la medicina territoriale e i servizi di prevenzione.
Pd: “Sanità pubblica allo stremo, cittadini costretti a rinunciare alle cure”
Il Partito democratico definisce “impietoso” il quadro che emerge dal rapporto. “Il nuovo rapporto Gimbe – scrivono il capogruppo in Consiglio regionale Silvio Paolucci e il segretario regionale Daniele Marinelli – ci consegna un quadro profondamente allarmante dello stato di salute del sistema sanitario. Anni di definanziamento, scelte sbagliate e incapacità di programmazione stanno smantellando progressivamente un servizio pubblico nato per garantire un diritto costituzionale: quello alla tutela della salute”.
Per i due esponenti dem, “il prezzo più alto lo stanno pagando i cittadini, costretti ad affrontare liste d’attesa interminabili, a rivolgersi al privato o addirittura a rinunciare a prestazioni sanitarie». Da qui la richiesta di «un cambio di passo radicale, con un piano straordinario di rifinanziamento del sistema sanitario e una programmazione capace di investire su personale, strutture e medicina territoriale”.
Verì: “Il Pd, come sempre, spaccia per reali numeri riferiti a stime”
Non si è fatta attendere la replica dell’assessore regionale alla Sanità, Nicoletta Verì, che contesta la lettura del Pd: “È spiacevole dover puntualizzare ogni volta, ma anche nel caso del rapporto Gimbe il Pd continua a diffondere stime facendole passare per numeri reali. Quel dato sui 160 mila abruzzesi che avrebbero rinunciato alle cure non deriva da rilevazioni dirette, ma da elaborazioni statistiche che includono fattori socioeconomici e tempi di accesso ai servizi”.
L’assessore precisa che “nel rapporto Bes 2024, alla voce “salute”, l’Abruzzo presenta punti di forza riconosciuti anche dal rapporto Crea”. E aggiunge: “Non è pensabile che su una popolazione di un milione e 200 mila abitanti, 160 mila persone non si curino: le conseguenze sociali e sanitarie sarebbero state devastanti. È vero invece che alcune aree interne sono ancora penalizzate, ma stiamo intervenendo mantenendo aperti gli ospedali più piccoli e realizzando una rete di assistenza territoriale diffusa”.
Verì rivendica inoltre i progressi su Pnrr e digitalizzazione: “Siamo in linea con i cronoprogrammi ministeriali e stiamo integrando i nostri strumenti di sanità digitale nel fascicolo sanitario elettronico, già utilizzato da un abruzzese su due”.