Dogane, L’Aquila perde la direzione regionale: “Un declassamento che tradisce la città”

7 Ottobre 2025
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L’Aquila, opposizione all’attacco sullo spostamento dell’agenzia delle dogane

Dal prossimo novembre il capoluogo abruzzese sarà l’unico in Italia a perdere l’Ufficio dirigenziale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Dura presa di posizione di sette consiglieri comunali: “Fratelli d’Italia e il Sindaco immobili, mentre si smantella un presidio strategico”

L’AQUILA – A partire da novembre, L’Aquila sarà l’unico capoluogo di Regione in Italia a perdere l’Ufficio dirigenziale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. La riorganizzazione dell’ente, che sposterà la direzione regionale a Pescara, comporterà anche una drastica riduzione delle posizioni organizzative sul territorio aquilano: da cinque a tre, mentre la città adriatica ne guadagnerà nove, oltre alla nuova sede direzionale.

La denuncia arriva da sette consiglieri comunali – Paolo Romano, Lorenzo Rotellini, Stefano Albano, Stefania Pezzopane, Stefano Palumbo, Simona Giannangeli e Alessandro Tomassoni – che in un comunicato congiunto parlano di “immobilismo” da parte della Giunta comunale e del sindaco Pierluigi Biondi. “L’Aquila sta pagando sulla propria pelle la totale incapacità sulle politiche del lavoro di chi la governa”, si legge nella nota. “Mentre i sindacati e i lavoratori lanciano l’allarme da mesi, la città viene lasciata sola, tradita dai suoi stessi amministratori.”

Secondo i firmatari, il declassamento non è solo simbolico, ma comporta conseguenze concrete per gli operatori economici e per i dipendenti dell’agenzia, costretti a ricollocamenti e trasferimenti. “Non ci sarà solo uno spostamento del baricentro economico verso la costa, ma un danno per tutti gli operatori costretti anche per un timbro a dirigersi a Pescara”, sottolineano.

A rischio anche gli investimenti pubblici già effettuati, come l’apertura della sede in piazza Santa Giusta e l’inserimento di figure professionali specializzate in vista dell’attivazione di un laboratorio e di una scuola di formazione, scrivono. “Tutto andrà perso nel momento in cui la riforma diventerà effettiva”, avvertono i consiglieri, che definiscono la funzione antifrode – unica competenza che resterà a L’Aquila – “un vero e proprio specchietto per le allodole”.

Due ordini del giorno approvati all’unanimità dal Consiglio comunale e almeno cinque riunioni della Conferenza. “Adesso l’avversario più grande è il tempo: bisogna rallentare la riorganizzazione, chiedere una proroga e lavorare a una modifica della riforma”, si legge nel comunicato, che cita anche il caso dell’Emilia Romagna, regione pilota nella sperimentazione della norma, dove sarebbero già emersi “tutti i limiti del caso”.

La conclusione è netta: “Il centrodestra a trazione Fratelli d’Italia, che governa la Regione con Marsilio e il Comune con Biondi, sta dimostrando tutta la sua sudditanza politica e amministrativa: mentre a Pescara si costruisce centralità, a L’Aquila si smantellano funzioni vitali, condannando il territorio a un ruolo marginale e subalterno.”

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