Il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, attacca la proprietà di Aura dopo il tavolo sindacale disertato: “Grave mancanza di rispetto verso istituzioni e lavoratori”. Chiesto l’intervento di Mimit, Invitalia, Procura, Guardia di Finanza e Corte dei Conti
L’AQUILA – La vertenza Aura Materials è sempre più densa di incognite. L’assenza della proprietà al tavolo istituzionale convocato ieri a Pescara, presso l’Assessorato regionale alle Attività produttive, ha lasciato senza risposte lavoratori e sindacati, aggravando i timori sul futuro dello stabilimento aquilano del Tecnopolo d’Abruzzo.
A pesare è soprattutto l’atteggiamento della nuova proprietà, la svizzera Mival Connect, subentrata a marzo 2025, che a pochi mesi dall’insediamento ha annunciato un’imminente “ottimizzazione organizzativa” con conseguente “revisione dei carichi di lavoro”. La dichiarazione di esuberi pari a quasi il 50% della forza lavoro ha fatto esplodere la mobilitazione sindacale e provocato la levata di scudi della politica abruzzese.
Durissima la reazione del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi. “L’assenza dei vertici dell’azienda Aura Materials anche al tavolo istituzionale convocato presso l’assessorato regionale alle Attività produttive – ha dichiarato Biondi – è un fatto gravissimo che conferma tutte le perplessità già espresse nei giorni scorsi. Siamo di fronte a un atteggiamento – ha aggiunto – che denota totale mancanza di rispetto verso le istituzioni e verso un territorio che ha creduto e investito in quel progetto, senza chiarezza sul futuro dello stabilimento aquilano e dei suoi lavoratori”.
Ieri l’assessore regionale alle Attività produttive, Tiziana Magnacca, aveva definito la situazione “molto preoccupante”, garantendo l’impegno della Regione a tutela del personale. Parole a cui, nel pomeriggio, ha fatto eco il sindaco dell’Aquila, che ha rincarato la dose definendo “inaccettabile” l’atteggiamento della proprietà. “Mentre le lavoratrici e i lavoratori sono stati costretti a scioperare per far sentire la propria voce – ha affermato Biondi – i vertici della società hanno preferito sottrarsi al confronto, senza fornire alcuna risposta concreta su piani industriali, garanzie occupazionali e prospettive di rilancio”.
Il primo cittadino ha inoltre ribadito la richiesta di coinvolgimento degli organismi nazionali: “Non possiamo permettere che si giochi con il futuro dei lavoratori e con un sito strategico collocato nel cuore del Tecnopolo d’Abruzzo. Per questo continuo a ritenere necessario l’intervento degli organismi competenti – ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), Invitalia, Procura della Repubblica, Guardia di Finanza e Corte dei Conti – affinché vengano accertate eventuali responsabilità e chiarito se l’uso dei fondi pubblici, pari a 11 milioni di euro, sia stato corretto e coerente con gli obiettivi dichiarati”.
Tra il 2015 e il 2016 lo stabile, oggi sede di Aura Materials, fu ceduto all’allora Accord Phoenix attraverso un’asta pubblica. L’operazione, realizzata per metà con Finmek Solution e per l’altra metà tramite atto di compravendita con il Comune dell’Aquila, prevedeva clausole stringenti: il mantenimento dei livelli occupazionali dichiarati per almeno dieci anni e, in caso di violazione, la restituzione dell’immobile all’ente comunale.
“Chi sceglie di operare in Abruzzo deve farlo per fare impresa, non per speculare – ribadisce Biondi -. Le istituzioni locali e regionali non resteranno a guardare: continueremo a pretendere risposte e ad agire in ogni sede utile per tutelare i lavoratori, garantire il rispetto degli impegni assunti e difendere un patrimonio industriale che appartiene alla nostra comunità”.