La difesa propone 2 anni e mezzo con lavori di pubblica utilità. La famiglia: “Richiesta inaccettabile, vogliamo verità e giustizia”
PERUGIA – Ha scelto la strada del patteggiamento il diciottenne romano accusato di istigazione o aiuto al suicidio in relazione alla morte di Andrea Prospero, lo studente di Lanciano trovato senza vita lo scorso 29 gennaio in un b&b di Perugia.
La richiesta, presentata nei giorni scorsi al Gip del tribunale di Perugia dall’avvocato Alessandro Ricci, difensore e procuratore speciale dell’imputato, prevede una pena di 2 anni e 6 mesi di reclusione, da scontare attraverso lavori di pubblica utilità. Una proposta che parte dalla pena minima di 5 anni, ridotta per attenuanti e rito abbreviato.
Il giovane, per il quale la Procura aveva chiesto il giudizio immediato, si trova attualmente agli arresti domiciliari presso l’abitazione di un parente, dopo essere fuggito dalla casa di famiglia a seguito di conflitti esplosi con i genitori dopo l’arresto. L’udienza, inizialmente fissata per l’8 ottobre, è stata rinviata al 23.
Durissima la reazione dei familiari di Andrea. Il padre, Michele Prospero, respinge con fermezza l’ipotesi di un patteggiamento: “Non è accettabile una richiesta del genere. Spero che il giudice non accetti queste condizioni e voglia andare a processo o quantomeno elevare la pena”.